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Zaki, gelo della Farnesina: "Siamo abituati a tutto". La verità sui 4 no al governo

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Quattro indizi fanno una prova. E quattro rifiuti di opzioni di ritorno in Italia offerte dal governo a Patrick Zaki non lasciano adito a dubbi sulla volontà del giovane ricercatore, graziato dal presidente egiziano per merito del lavoro diplomatico dell'esecutivo di Giorgia Meloni, di fare di tutto per non farsi fotografare con la premier e con il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Uno sgarbo che ha provocato "sconcerto" a Palazzo Chigi, scrive il Corriere della sera che rivela come il governo italiano abbia offerto attraverso l’ambasciatore al Cairo, Michele Quaroni, non solo il volo di Stato a Zaki, rifiutato, ma altre tre opzioni di viaggio, tutte respinte cortesemente. 

 

Nel dettaglio l'Italia ha offerto la prospettiva di un accompagnamento diplomatico dedicato, in diverse forme e comunque con la possibilità di viaggiare insieme ai parenti. "Ma sarebbe stata la photo opportunity — l’eventualità, cioè, che all’arrivo gli venisse scattata una foto con i massimi rappresentanti del governo, Meloni e Tajani, che pure Zaki aveva pubblicamente ringraziato due giorni fa — a far scegliere al ricercatore di optare per il rientro con volo di linea, diretto a Milano per poi proseguire verso Bologna", si legge nel retroscena.

 

Insomma, ringraziamenti sì ma niente foto con stretta di mano a Meloni e Tajani. La sinistra si frega le mani con le opposizioni che cercano di accreditare lo sgarbo come un posizionamento di Zaki: "Comportamento apprezzabile, consapevole che la partita è aperta per tutti i dissidenti ancora in galera", sostiene Luana Zanella (Verdi e Sinistra). Siginficativo il commento attribuito al ministero degli Esteri: "Siamo abituati a tutto", è la frase gelida che trapela dalla Farnesina. 

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