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Andrea Purgatori, due medici indagati per omicidio colposo: arriva la verità sul tumore

Augusto Parboni
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Ha avuto una vera e propria accelerazione l’inchiesta sulla morte del giornalista Andrea Purgatori. La procura, infatti, a distanza di 24 ore dall’apertura dell’indagine, in seguito a un esposto presentato dai familiari del cronista, hanno iscritto i primi due nomi sul registro degli indagati, ipotizzando il reato di omicidio colposo: nei guai un primario di Radiologia e un suo collaboratore. Al centro degli accertamenti dei magistrati titolari del fascicolo, i pubblici ministeri Sergio Colaiocco e Giorgio Orano, i presunti errori che potrebbero essere stati compiuti nelle diverse strutture sanitarie alle quali si è rivolto Purgatori dopo essere venuto a conoscenza di avere il tumore ai polmoni. Nell’esposto i parenti del giornalista hanno chiesto alla procura di chiarire se siano stati fatti o meno errori durante la diagnosi o nella scelta delle cure. 

 

 

Purgatori, infatti, era ricoverato per sottoporsi alle cure radioterapiche per un tumore ai polmoni che aveva provocato problemi anche al cervello. Secondo la famiglia, le presunte irregolarità sulle cure somministrate andrebbero ricercate proprio nell’accelerazione della patologia celebrale che, a loro avviso, avrebbe subito appunto un’accelerazione dopo le terapie anti tumorali. L’autopsia, che sarà eseguita lunedì all’istituto di medicina legale del Policlinico Tor Vergata, servirà dunque a chiarire se Purgatori fosse affetto da metastasi tumorali al cervello. Nel corso degli esami diagnostico strumentali, avvenuti in un’altra clinica della Capitale, non sarebbero state evidenziate negli accertamenti radiologici. Secondo invece i medici di un’altra struttura a cui si era rivolto il giornalista, le lesioni emerse dalle immagini radiologiche erano dovute a un’ischemia. Questo è uno degli aspetti che la procura intende chiarire perché, se la circostanza dovesse essere confermata, con l’errore nella diagnosi, la terapia somministrata sarebbe stata sbagliata. 

 

 

Nel corso dell’esame autoptico verrà effettuata anche una tac e se sarà necessario potrebbe essere successivamente chiesta un’ulteriore consulenza. Gli accertamenti tecnici, affidati ai carabinieri del Nas, non saranno comunque rapidi. Intanto i magistrati ascolteranno tutte le persone che hanno seguito la situazione clinica di Purgatori, tra i quali i medici che dal 24 aprile al 19 luglio, giorno del decesso, hanno seguito il giornalista. I familiari nella denuncia hanno chiesto di accertare «la correttezza della diagnosi refertata a Purgatori in una cllinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte e se, a causa degli stessi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie».

 

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