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Andrea Purgatori, dal "muro di gomma" di Ustica a Emanuela Orlandi

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È morto a Roma all’età di 70 anni Andrea Purgatori, il giornalista d’inchiesta che picconò il "muro di gomma" attorno alla strage di Ustica e indagò sui misteri d’Italia, dalla stagione del terrorismo al caso Orlandi. Purgatori si è spento in ospedale dopo una breve, fulminante malattia. Come cronista e poi capo della cronaca del Corriere della Sera si era occupato di terrorismo, servizi segreti e criminalità firmando tantissimi servizi e reportage, dal caso Moro all’arresto di Totò Riina. Il nome di Purgatori resterà legato indissolubilmente alla battaglia per far luce sull’incidente aereo del 1980 in cui morirono 81 persone, denunciando depistaggi e insabbiamenti e contribuendo a tenere aperta l’inchiesta giudiziaria per arrivare alla verità su cosa avvenne sul cielo a nord della Sicilia. Come ha scritto un suo ex collega del Corriere, Paolo Conti, «ha svelato le bugie e le omissioni di chi portava avanti la tesi di una bomba a bordo, rivelando come il disastro fosse stato causato dall’impatto con un missile». «Per questo Purgatori-Ustica è diventato un vero sinonimo, un marchio professionale di straordinaria continuità, di desiderio di arrivare alla verità», ha aggiunto.

La carriera di Purgatori ha spaziato anche sugli esteri, come inviato di guerra in Libano nel 1982, per la guerra tra Iran e Iraq e quella del Golfo del 1991. Come autore televisivo si occupato di numerosi programmi della Rai (Uno di notte, Confini e tanti servizi per Dossier, Spazio Sette e Focus). Dopo la lunga esperienza al Corriere, di cui era tornato a essere un collaboratore, negli ultimi anni aveva condotto il programma di inchiesta Atlantide su La7 (Premio Flaiano 2019 come miglior programma culturale) e aveva collaborato come autore al documentario di Netflix Vatican Girl sul caso di Emanuela Orlandi. 

Il cinema lo ricorda soprattutto per la sceneggiatura del celebre "Il muro di gomma" del 1991 sulle inchieste sulla strage di Ustica (Nastro d’Argento per il migliore soggetto) e di Il giudice ragazzino (1994) sull’omicidio di Rosario Livatino. Impegnato sui temi dell’ambientalismo, dal 2014 al 2020 Purgatori è stato anche presidente di Greenpeace Italia. Unanime il cordoglio della politica: la Camera lo ha ricordato con un minuto di silenzio. La sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni lo ha ricordato come «un professionista e un uomo che ha fatto della ricerca e del racconto della verità la sua cifra stilistica» con «pagine di giornalismo che rimarranno scolpite» e uno «sguardo acuto» anche nel «mondo della televisione e del cinema». La Fnsi lo ha definito «un esempio per tutti». 

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