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Caso Orlandi, il fratello Pietro sbotta con Dagospia: "Asserviti". La replica

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Scontro durissimo tra Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela Orlandi scomparsa ormai 40 anni fa e su cui indagano nuovamente la procura di Roma e la giustizia vaticana, e Dagospia. Il sito di Roberto D'Agostino domenica 16 luglio ha pubblicato un articolo per affermare che sarebbe ora di "dire che il Vaticano non ha mai avuto nulla a che fare con Emanuela Orlandi". Alla base del "report" c'è uno studio che spiega come tra il maggio e il giugno del 1983, ossia quando è scomparsa Emanuela,  nel perimetro di un chilometro e mezzo dalla Basilica di San Pietro sparirono altre 15 ragazze. Numero che cresce estendendo il raggio della ricerca. Il sito sottolinea come la pista della pedofilia e degli abusi in Vaticano è stata già percorsa e scartata dagli inquirenti a suo tempo. 

 

La reazione del fratello di Emanuela è arrivata con un post su Facebook in cui Pietro Orlandi rilancia l'articolo e commenta: "Questo è un’altro tipo di giornalismo asservito che non conosce nulla di questa storia e che non ha neanche il coraggio di firmarsi, e fa bene perché dovrebbe solo vergognarsi e nascondersi se gli rimane un briciolo di dignità".

 

Un attacco durissimo, che Dagospia riporta per intero non senza un contro-commento, non rinunciando al tono irriverente: "Prendiamo atto della risposta di Pietro Orlandi al Dagoreport di oggi e lo ringraziamo per averlo condiviso sul suo profilo Facebook, così da permettere una diffusione ancora più ampia dell'articolo, visto il gran numero di 'follower' che ha sui sociale - si legge sul sito - Registriamo (offese comprese) quanto scrive il fratello di Emanuela". "Abbiamo un unico appunto per Orlandi, che non riguarda tanto il merito della vicenda (per quello, bastano e avanzano il Dagoreport in questione e la mail del giornalista Pino Nicotri), quanto piuttosto l'ortografia: un altro si scrive senza apostrofo!". 

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