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Omicidio Carol Maltesi, dalla Corte d'Assise non fanno retromarcia sulle motivazioni

Luca De Lellis
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È finito nell’occhio del ciclone dopo la deposizione delle motivazioni riguardanti sentenza di condanna per l’omicidio di Carol Maltesi. Il mancato ergastolo a Davide Fontana, l’assassino della ragazza di 26 anni mamma di un bambino piccolo, unito alla frase “lei disinibita, lui si sentì usato, era innamorato perdutamente”, hanno scatenato le proteste sui social e lo sgomento della madre Giuseppina. “Il processo è stato fatto a mia figlia Carol, e non a chi l’ha uccisa”. E poi ancora: “E’ una sentenza scandalosa”, ha tuonato la donna nelle parole rilasciate a BresciaOggi. Non ci sta però il presidente della Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio, Giuseppe Fazio, che nell’intervista concessa al Corriere della Sera ha rivendicato quanto scritto nella sentenza che ha stabilito 30 anni di reclusione per il femminicidio di Carol.

 

 

Secondo lui non si possono accusare i giudici di “stereotipi di genere”, sessismo e “vittimizzazione secondaria” perché “se la ragazza fosse stata una suora anziché un’attrice avrei usato le stesse parole, e poi 30 anni non sono pochi”. Tutti i commenti indignati derivano, parole sue, da una non comprensione delle motivazioni redatte. E ciò, ammette il giudice Fazio, “è senz’altro un problema mio”. Ma “anche chi legittimamente critica le motivazioni dovrebbe prima leggerle nella loro concatenazione su concetti giuridici, che hanno significato diverso rispetto alla Treccani”. Per quanto concerne l’aggravante “motivi futili e abietti” ecco la replica dell’intervistato: “Questa aggravante esiste se è espressione di un moto interiore del tutto ingiustificato. La giurisprudenza richiede sia il dato oggettivo, cioè la sproporzione tra reato e motivo, sia la componente soggettiva, che non può essere riferita a un comportamento medio. Invece a spingerlo ad uccidere non fu la gelosia adombrata dal pm, ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dalla frustrazione per essere stato messo da parte da lei”.

 

 

Carol è stata uccisa la notte tra il 10 e l’11 gennaio del 2022 con 13 martellate in testa. Poi il bancario food blogger Davide Fontana la sgozzò con il coltello e fece a pezzi il suo corpo disperdendone i resti. Perché allora non riconoscere un’altra delle aggravanti contestate, la crudeltà: “Per la giurisprudenza deve essere l’infliggere un male aggiuntivo e gratuito rispetto alla ‘normalità causale’ del delitto: e qui per noi non c’era, non si può fare l’errore di desumere l’aggravante della crudeltà dal successivo raccapricciante scempio fatto sul cadavere”. Giuseppe Fazio ci tiene a togliersi un ultimo sassolino dalla scarpa: “Con quale spirito tra pochi giorni la mia Corte d’Assise affronterà un altro processo per un fatto altrettanto cruento? Il giudice non è qui apposta per valutare le circostanze? Se no, ci dicano che possono fare a meno del giudice. E, al suo posto, metterci un juke-box”, ha concluso con fare stizzito il presidente.

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