Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Emilia Romagna, Meloni e Von der Leyen visitano le zone colpite dall'alluvione

  • a
  • a
  • a

Sostenere le popolazioni e gestire l’emergenza, da un lato. Pensare alla fase successiva della ricostruzione, e alla nomina di un commissario ad hoc, dall’altro. Sulla tragedia provocata dal maltempo in Emilia Romagna il governo resta impegnato su due fronti. Quanto al primo, giovedì 25 maggio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, andrà ad accogliere a Bologna la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in visita sui luoghi colpiti. Come riporta LaPresse, sorvoleranno in elicottero le zone alluvionate e incontreranno la stampa. Poi la premier rientrerà a Roma per un nuovo Consiglio dei ministri alle 18 che prenderà ulteriori decisioni sulle aree colpite: sul tavolo potrebbe esserci l’estensione dello stato di emergenza a Toscana e Marche. Il Cdm non dovrebbe invece affrontare il tema dell’indicazione del commissario per la ricostruzione. La sua nomina «non è all’ordine del giorno», assicura il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, prendendo tempo su un nodo che resta tutto da sciogliere: il nome del governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini - viene riferito da fonti di maggioranza - non riceverebbe il favore di una parte della coalizione di governo, a partire dalla Lega. Il coinvolgimento di altre regioni (una delle quali, le Marche, guidata da FdI), potrebbe aprire la strada a un commissario terzo rispetto ai governatori - è il ragionamento riportato dalle fonti - a un "tecnico" il cui nome resta però tutto da individuare. «Noi non abbiamo pregiudizi, veti né antipatie nei confronti di nessuno», assicura il leader del Carroccio Matteo Salvini, auspicando però che il commissario «arrivi il prima possibile». Musumeci invece è più cauto: «Siamo ancora nella fase dell’emergenza», spiega, cessata la quale «si passa alla nomina del commissario per la ricostruzione. La fase dell’emergenza di solito dura un anno». E lo stesso Musumeci «ha parlato a nome di tutto il governo», sottolinea un altro ministro di FdI, Francesco Lollobrigida. Insomma, va ancora trovata la quadra.

 

 

 

Ma intanto il governo sembra concentrato sulle misure più urgenti. La messa in sicurezza del territorio non è «"una" delle priorità ma "la" priorità dell’agenda politica e di governo», perché «il 94 per cento» del territorio nazionale «ricade in zone a rischio frane o dissesto idrico e idrogeologico», afferma sempre Musumeci, durante un’informativa alla Camera in cui annuncia un contributo all’affitto per le famiglie sfollate «fino a un massimo di 900 euro al mese per i nuclei con cinque o più unità». Le persone evacuate sono «attualmente circa 23.000», riporta il ministro, segnalando che «le frane attive sono circa un migliaio, di cui 305 le più significative», mentre «rimangono chiuse 622 strade». Musumeci non ha difficoltà «a ribadire una mia ferma convinzione: la nostra è una nazione propensa più a ricostruire che a prevenire. Calamità come quelle dell’Emilia Romagna non possono essere evitate ma si possono e si devono ridurre gli effetti disastrosi», è la considerazione finale del ministro, che annuncia da parte del governo «progetti normativi per semplificare e accelerare le procedure in sede preventiva» e in «quella della ricostruzione». Quindi l’appello a tutte le forze politiche per «un fecondo confronto in Parlamento, al di fuori di gabbie ideologiche e di dannosi pregiudizi».

Dai blog