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Migranti, attacco dalla Francia. Tajani annulla il viaggio a Parigi

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Dario Martini
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I migranti arrivano anche in Francia. Certo, non sono i 42mila sbarcati negli ultimi quattro mesi in Italia, ma qualcuno di loro, nonostante i controlli, riesce a superare il confine e a raggiungere Mentone, la città a solo undici chilometri da Ventimiglia. Per il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, non nuovo a "sparate" contro l’Italia, è colpa di «Meloni, che guida un governo di estrema destra scelto dagli amici di Le Pen, incapace di risolvere i problemi migratori per cui è stata eletta». Darmanin accusa esplicitamente il nostro Paese di essere la causa delle difficoltà migratorie nel sud della Francia: «Meloni è come Le Pen, dice "vedrete questo, vedrete quello", e quello che vediamo è che l’Italia sta vivendo una grave crisi migratoria, c’è un vizio nell’estrema destra, che è quello di mentire alla popolazione».

 

Il tentativo di utilizzare la politica estera a fini interni è evidente. Quegli «amici di Le Pen» è un chiaro riferimento alla Lega di Matteo Salvini. Parlare di «estrema destra» per identificare la maggioranza che governa in Italia ha lo stesso obiettivo: condurre la lotta politica interna strumentalizzando un problema - quello migrato rio- che non è solo italiano, ma europeo. Occorre ricordare che nelle ultime settimane Emmanuel Macron è in grande difficoltà in patria a causa delle grandi proteste di piazza contro l’innalzamento dell’età pensionabile. Lo sgarbo istituzionale, anche se in realtà è molto di più, arriva proprio nel giorno in cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani era atteso nella capitale francese per un incontro con la collega Catherine Colonna. La reazione del titolare della Farnesina è immediata: «Non andrò a Parigi per il previsto incontro con la ministra Catherine Colonna. Le offese al governo e all’Italia pronunciate del ministro Darmanin sono inaccettabili. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni».

 

Inutile la successiva telefonata di Colonna a Tajani per gettare acqua sul fuoco: «Gli ho detto che la relazione tra Italia e Francia è basata sul reciproco rispetto, tra i nostri due paesi e tra i loro dirigenti. Spero di poter accoglierlo presto a Parigi». Anche al Pd non sono piaciute le parole di Darmanin. Peppe Provenzano, responsabile esteri del partito, gli ha ricordato che «l’opposizione al governo Meloni la fa l’opposizione italiana. Il ministro francese Darmanin può serenamente dedicarsi ai suoi problemi interni. Ma l’ennesima crisi diplomatica con la Francia, alimentata dalle scelte del Governo, non è nell’interesse nazionale». Lo sforzo di "europeizzare" l’emergenza migratoria è stata sin dall’inizio una delle priorità del governo Meloni, dal Consiglio europeo di febbraio a quello di aprile, dove sono stati fatti passi in avanti con il mandato alla Commissione affinché proponga un piano in grado di arginare gli ingressi illegali e consenta i ricollocamenti tra i vari Paesi membri. Il fatto che Macron non abbia preso le distanze da Darmanin evidenzia quanti ostacoli ci siano ancora da superare. Molto dura la replica di Matteo Salvini: «Sono orgoglioso di essere amico di Marine Le Pen e di essere al governo con Giorgia Meloni, e non accetto lezioni sull’immigrazione da chi respinge in Italia donne, bambini e uomini, continuando invece ad ospitare assassini e terroristi che in Italia dovrebbero tornare». 

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