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Terremoto Molise, l'esperto dell'Ingv avverte: non è la magnitudo massima possibile nella zona

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Il terremoto avvertito nel Molise poco prima di mezzanotte non ha provocato danni ma grande preoccupazione nella popolazione. La scossa di magnitudo 4.6 è stata registrata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia alle 23,52 con epicentro a Montagano (Campobasso) a una profondità di 23 km. Altre scosse di assestamento sono state registrate nel corso della notte e in mattinata, la più forte di magnitudo 2.6 alle 6.43. Claudio Chiarabba dell'Ingv mercoledì 29 marzo è intervenuto ad Agorà, su Rai3, per fornire gli ultimi aggiornamenti: "Siamo in una zona particolare, di passaggio tra la catena appenninica, che è la zona che solitamente rilascia i terremoti più grandi, e una zona esterna dove le attività sismica è minore". Non c'è un collegamento con i terremoti dell'Umbria, ad esempio. Ma l'esperto ricorda il sisma che colpì il Molise nel 1805 che secondo i resoconti dell'epoca fece 5mila morti. 

 

La scossa è stata avvertita in zone molto distanti dall'epicentro come quella di Napoli. Il motivo è che il terremoto si è verificato a una profondità "leggermente maggiore del solito e la sua propagazione è stata più efficace". In base all'esperienza del terremoto del Molise del 2002, quello del tragico crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, l'esperto ricorda che allora le due scosse più forti avvennero a poca distanza l'una dall'altra, per questo bisogna tenere le dovute precauzioni. 

"Eventi di magnitudo moderata come quello di ieri sera non sono quelli massimi" che possono verificarsi nella zona, avverte Chiarabba, "bisogna fare controlli sugli edifici. Non è la zona più sismica", come può essere l'Irpinia, "ma non è molto distante". 

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