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Migranti, navi Ong in arrivo in Italia. Gli 007: "Fanno il gioco dei trafficanti di esseri umani"

Francesca Musacchio
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La presenza delle Ong in mare è un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti. Un fattore di attrazione usato dai trafficanti per offrire maggiori garanzie di sicurezza per il viaggio. È quanto emerge dalla Relazione annuale dell’Intelligence presentata ieri e che sottolinea come nel 2022 l’Italia si è confermata la principale porta d’ingresso e transito degli irregolari verso l’Europa.

Nel documento, illustrato dal direttore dal Dis, Elisabetta Belloni, e dal sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, oltre che dal presidente del Copasir, Lorenzo Guerini e con i direttori delle due agenzie di Sicurezza, Giovanni Cara velli (Aise) e Ma rio Parente (Ai si), gli 007 evidenziano come nel 2022 «si registra anche l’aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi Ong, principalmente in area Sar libica. Le attività Sar vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa.

In tale contesto, la presenza di navigli Sar, infatti, rappresenta un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate». Un fattore di attrazione, dunque, che i trafficanti usano a proprio vantaggio.

L’anno scorso, inoltre, sono anche aumentati i flussi su tutte le rotte, sia marittime che terrestri. Oltre al Mediterraneo centrale, che rimane la prima per ampiezza del flusso, quella del Mediterraneo orientale, con partenze dalla Turchia (crocevia anche per i transiti verso l’Europa lungo la rotta balcanica ), è al secondo posto. Ma nel 2022 si sono aperte anche nuove rotte, come quella dal Libano, «a causa della grave situazione economico-finanziaria nazionale, si è attestato quale nuovo Paese di partenza».

Calabria, Puglia e Sicilia, sono le regioni che subiscono maggiormente la pressione degli sbarchi. Mentre le organizzazioni criminali, che gestiscono il traffico di esseri umani, sono sempre più capaci di offrire «servizi» estremamente flessibili per i migranti irregolari, «in grado di adattarsi velocemente sia al quadro politico-securitario sia alla stagionalità delle condizioni meteo-marine». Del resto, avverte l’intelligence, «la gestione illegale del fenomeno migratorio assicura un ritorno economico spesso anche per gli strati meno abbienti della società, rendendo la sua eradicazione estremamente complessa».

Sulla rotta del Mediterraneo centrale, Libia e Tunisia rimangono i principali punti di partenza dove i trafficanti di esseri umani riescono ad organizzare veri e propri network criminali con altri Paesi. Al momento, ciò che preoccupa maggiormente gli 007 e il governo, è proprio la Tunisia e il potenziale flusso che da essa può arrivare. La crisi economica e sociale del Paese, infatti, è fonte di preoccupazione proprio in relazione all’immigrazione irregolare. Per questo motivo, il sottosegretario Alfredo Mantovano, durante la presentazione della Relazione ha evidenziato il problema: «C'è preoccupazione per il flusso migratorio che proviene dalla Tunisia che ha mille problemi e non riesce a contenere le partenze - ha spiegato - Sarebbe bene che la comunità internazionale aiutasse il Paese ad uscire da questa condizione. Proprio oggi la premier Meloni ha mandato una lettera ai vertici europei dove sottolinea la necessità che i prestiti Fmi, Ue e dei singoli Paesi europei alla Tunisia vengano completamente corrisposti. Finora ciò non è avvenuto per l'assenza di democraticità, ma così si arriva ad un circolo vizioso. Vogliamo uscirne nell'interesse della Tunisia, delle centinaia di migliaia di potenziali migranti e della regolamentazione dei flussi che abbiamo ferma intenzione di perseguire?».

Rispetto al 2021, infatti, l’anno scorso gli arrivi dalla Tunisia sono aumentati del 60% e quella tunisina è anche la seconda nazionalità dichiarata al momento dello sbarco. Al primo posto, troviamo gli egiziani, al terzo i bangladesi e solo al quarto e quinto posto afghani e siriani. Per quanto riguarda i richiedenti asilo, invece, in Italia il primo posto è occupato dai bengalesi.

A seguire, pakistani, egiziani, tunisini e nigeriani. In generale, l’Intelligence fa sapere di essersi «soffermata sull’analisi delle principali rotte e direttrici dell’immigrazione irregolare, sull’attivismo di trafficanti e facilitatori – incluso il profilo del falso documentale – che, individualmente o in forma associativa, alimentano i trasferimenti irregolari verso l’Italia e l’Europa. Analoga attenzione è stata rivolta a eventuali infiltrazioni di estremisti nei flussi migratori, sebbene non siano emersi indicatori di un utilizzo strutturato dei canali dell’immigrazione irregolare per finalità di terrorismo».

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