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Naufragio, Meloni in "Cinque minuti" smaschera la sinistra: non c'entra il decreto Ong

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"Cinque minuti" per ribadire che il decreto Ong non c'entra nulla e che la sinistra strumentalizza ancora una volta una tragedia. Il premier Giorgia Meloni intervistata da Bruno Vespa nella trasmissione che andrà in onda su Rai 1 ribadisce il suo cordoglio "per una tragedia" dice il presidente del Consiglio che "non può lasciare nessuno indifferente".

Il mare ha restituito ciò che resta del naufragio: sulla spiaggia di Cutro ci sono giubbotti di salvataggio, scarpe spaiate, bottigliette. Ci sono le assi di legno, quelle che non hanno retto contro le onde del mare in tempesta. Il bilancio delle vittime è destinato a salire ancora: sono 63 i morti accertati, ma ancora si cercano corpi e il timore è che ad aver perso la vita siano oltre 100 persone, fuggite dai loro Paesi, in cerca di un futuro migliore, percorrendo una rotta poco battuta dalle stesse Ong, anche se, solo nel 2022, dati Unhcr, i migranti sono aumentati del 20% proprio dalle coste della Turchia.

In serata appunto il presidente del Consiglio sottolinea che "la tragedia di Crotone non più lasciare indifferente nessuno". E Meloni smentisce che il decreto Ong possa essere stato la causa del naufragio: "Credo che quello che è accaduto con il naufragio della nave di migranti a Crotone dimostri quello che diciamo da sempre perché tra le tante falsità che ho sentito in queste ore c'è quella secondo la quale queste persone sarebbero naufragate a causa dei provvedimenti del governo sulle Ong: solo che quella tratta non è coperta dalle organizzazioni non governative e questo dimostra, banalmente, che il punto è che più gente parte più gente rischia di morire".

Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la nave affondata "non era soccorribile" e che quindi "è ingiusto incolpare il Governo". Le morti in mare sono "la diretta conseguenza del decreto Piantedosi", è l'affondo del capo missione di Msf, Juan Matias Gil. Ma per Meloni, intervistata da Bruno Vespa nella trasmissione 'Cinque minuti, in onda su Rai 1, "è falso che la causa sia il decreto sulle Ong: quella tratta non è coperta dalle organizzazioni non governative e questo dimostra, banalmente, che il punto è che più gente parte più gente rischia di morire". Nelle parole di Marco Bertotto anche lui di Msf, "le prime dichiarazioni del governo italiano sono state un triste scaricabarile, uno schiaffo alle vittime".

La "disperazione", per il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, "non giustifica un viaggio in cui si mettono a repentaglio i propri figli". E assicura che si sta lavorando per fermare gli scafisti che "sono un problema internazionale", non solo dell'Italia. In serata, dalla Francia, dove ha incontrato il suo omologo francese, Piantedosi è tornato a ribadire che si fanno "speculazioni" su parole e dichiarazioni, "decontestualizzando" ciò che viene detto.

Sono 81 ad oggi i sopravvissuti di quella barca partita da Smirne e che ha solcato il mare Egeo fino alle acque davanti la spiaggia di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone, quando sembrava mancare poco alla fine del viaggio. Sono tutti nuclei familiari, ognuno dei quali sta vivendo il lutto di quanto accaduto. C'è un ragazzino 16 anni, partito dall'Afghanistan con sua sorella: ha mentito ai genitori. "Mamma, papà, è in ospedale", non ha avuto il coraggio di dire la verità e cioè che in Italia è solo, che la sorella fuggita dal regime dei talebani, come ha raccontato il 16enne a Medici senza frontiere, se l'è portata via il mare. C'è un uomo di 40 anni che si porta addosso il peso del senso di colpa di padre: era partito, sempre dall'Afghanistan, assieme a sua moglie e i loro 4 figli. Di quella famiglia sono rimasti lui soltanto e uno dei 4 figli, gli altri sono tutti morti. E chissà quando il mare restituirà tutti i corpi di chi era a bordo di quella imbarcazione.

Sono tre i presunti scafisti individuati dagli inquirenti, mentre si cerca di capire cosa non abbia funzionato nella macchina dei soccorsi e non si placano le polemiche per le morti in mare.

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