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Cospito interrompe lo sciopero della fame: cosa ha mangiato l'anarchico al 41 bis

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Sciopero della fame interrotto? È giallo sulle ultime decisioni di Alfredo Cospito, che nel pomeriggio ha mangiato uno yogurt col miele. Ma questo non significa - spiegano fonti che si occupano della vicenda - che abbia deciso di interrompere la protesta sul cibo in corso da oltre 110 giorni. Lo yogurt è un alimento proteico che può aiutare l’organismo a resistere a un digiuno così lungo assieme agli integratori che l’anarchico ha deciso di assumere di nuovo dopo averli sospesi alla fine di gennaio: qualcosa sembra che stia cambiando, vista l’assunzione di un vero e proprio cibo. Questo in vista dell’udienza della Cassazione del 22 febbraio a cui Cospito non parteciperà ma che è diventata uno snodo cruciale dopo che il pg ha chiesto di rivalutare daccapo, con una nuova valutazione del Tribunale della Sorveglianza, se esistano i presupposti per applicargli il 41 bis. 

 

 

L’anarchico si trova da oltre 48 ore nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano dove le sue condizioni sono stabili e in leggero miglioramento il numero di elettroliti nel sangue. I medici gli hanno più volte fatto presente che rischia di compromettere in maniera irreversibile la sua salute. I magistrati del tribunale di Sorveglianza di Milano, guidati dalla presidente Giovanna Di Rosa, monitorano da vicino le condizioni del detenuto. 

 

 

Il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Giovanni Melillo, ha ritenuto opportuno rendere pubblico un estratto del suo parere sul caso Cospito inviato al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo scorso 2 febbraio. Valutare «l’idoneità delle misure di Alta sicurezza e ulteriori opportune forme di controllo proprie dell’ordinamento penitenziario e dell’attività investigativa a contenere», ha scritto Melillo, nonostante le tesi argomentative della difesa di Cospito, rappresentato dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, «non appaiono condivisibili». Per il Procuratore nazionale antimafia, infatti, gli scritti dal carcere di Cospito come «la redazione del periodico clandestino ‘Vetriolo’» sono «certamente riferiti alle modalità violente che devono caratterizzare la lotta anarchica e inoltre rappresentano solo uno dei molteplici episodi di comunicazioni del detenuto all’esterno».

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