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La rabbia anarchica rinata per “combattere” il governo Meloni

Francesca Musacchio
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Ritornano gli anarchici. Ma quando sono andati via? Quanto accaduto all’ambasciata di Berlino e al Consolato di Barcellona nei giorni scorsi, e prima ancora nella sede diplomatica di Atene, ha riportato alla ribalta la minaccia. Che in questi anni, a dire il vero, non è mai scomparsa. Anzi. In tutte le Relazioni annuali presentate dall’intelligence al Parlamento, il tema dell’anarco-insurrrezionalismo è costantemente presente come elemento di rischio per la sicurezza nazionale. Covid e guerra in Ucraina, ad esempio, hanno portato fibrillazioni e movimenti con azioni e attacchi verso diversi obiettivi. Ma cosa è cambiato oggi rispetto al passato? Sicuramente il contesto politico, quindi l’arrivo della destra al governo, che ha sollecitato ulteriormente gli anarchici su alcuni temi come la questione migratoria. Nella visione libertaria del mondo anarchico, ad esempio, i Centri di Permanenza e rimpatrio hanno una connotazione «repressiva». Un aspetto che, secondo l’intelligence, «in alcuni contesti territoriali» ha «evidenziato anche punti di tangenza con l’agenda degli spezzoni più radicali del movimento antagonista».

 

 

Durante i governi rossi, giallorossi o multicolor, gli anarchici erano andati in una specie di letargo. Un letargo vigile, che non ha impedito loro di agire quando lo hanno ritenuto opportuno. Ma adesso il tentativo di pressione sul governo diventa più forte, a dimostrazione del fatto che non sono ricomparsi con la battaglia a favore di Alfredo Cospito che, come quella per tutti i «compagni» arrestati, portano avanti da tempo. Le azioni contro partiti e realtà di destra, infatti, non sono nuovi al mondo anarchico. Nel 2018, esattamente il 12 agosto, si verificò l’attacco alla sede della Lega di Villorba (TV), rivendicato sul web dalla «Cellula Haris Hatzimihelakis/Internazionale Nera 1881-2018». Per quell’attentato, a luglio 2022, la Corte d'Assise di Treviso ha condannato a 28 anni di reclusione l’anarchico spagnolo Juan Antonio Sorroche Fernandez, ritenuto colpevole di aver collocato i due ordigni esplosivi al K3. In quell’anno i servizi segreti focalizzarono l’attività informativa, sul versante dell’eversione interna, «in via prioritaria sull’anarco-insurrezionalismo, confermatosi come l’espressione più insidiosa, capace di tradurre in chiave offensiva gli appelli istigatori della propaganda d’area, specie quella riconducibile alla Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI)». «La galassia anarchica - spiegano fonti dell’Antiterrorismo - è ancora in continua e permanente evoluzione. Non si esclude che sia in atto una campagna di arruolamenti per "operativi" che diano ulteriore sfogo all'offensiva e una saldatura in chiave di europeismo anarchico per nuove azioni coordinate, soprattutto con Grecia e Spagna».

 

 

Anche la pandemia e la guerra in Ucraina hanno prodotto i loro effetti. Gli anni di restrizioni imposte dal governo, a causa della diffusione del covid, hanno dato nuova linfa al mondo anarchico. Nella Relazione annuale 2021, i servizi segreti evidenziano come tale attività si sia tradotta in una vera e propria azione con un attacco incendiario al portone d’ingresso dell’Istituto Superiore di Sanità. E la guerra in Ucraina, allo stesso modo, ha mosso le frange dell’insurrezionalismo. Basta tornare indietro di qualche mese, a giugno 2022, quando nella sede di Leonardo a Roma è arrivato un pacco bomba indirizzato all’amministratore delegato, Alessandro Profumo. Due mesi dopo, ad agosto, attraverso uno dei siti d’area è stata pubblicata la rivendicazione: «Abbiamo inviato il pacco bomba arrivato il 27 giugno a Roma ad Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo S.p.A». Profumo, aggiungono, «è uno di quelli che difficilmente vedremo sanguinare a causa delle guerre con cui si arricchisce».

 

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