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L'aria che tira, "tragico e ridicolo": siluro Cardini su Zelensky a Sanremo

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Tra gli intellettuali che hanno firmato l'appello contro l'intervento in videomessaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella serata finale del Festival di Sanremo c'è Franco Cardini. Lo storico è intervenuto oggi venerdì 27 gennaio a L'aria che tira, su La7, spiegando le sue ragioni. "Sanremo è una grande kermesse della società civile italiana, naturalmente gestita dai media e quindi anche dalla politica, perché c'è uno stretto legame fra politica e media - spiega lo storico - Mi chiedo se in un momento come questo era il caso di invitarlo al Festival, visto che in Itaia c'è già un larghissimo spazio per sostenere Zelensky e la sua politica e sapendo bene che in realtà l'opinione pubblica del paese è molto divisa".

 

"Quando scoppia una guerra o ci si schiera con uno dei due belligeranti, e va bene, ma allora si dichiara che siamo in guerra, o altrimenti i paesi che restano al di fuori fanno quello che è successo nei primi mesi delle guerre mondiali, fanno l'impossibile sul piano diplomatico per fermare le armi" argomenta lo storico che lamenta: "Questo non si è mai fatto, a cominciare dalla presidente della Commissione europea" Ursula von der Leyen. 

 

La conduttrice Myrta Merlino ricorda che l'appello sottoscritto da Cardini definisce la scelta di ospitare Zelensky a Sanremo "tragicamente ridicola e irrispettosa". Lo storico conferma tutto. "È irrispettoso nei confronti del popolo italiano e nei confronti della democrazia", rincara la dose Cardini secondo cui un conto è un appoggio economico, diplomatico e tecnico a Kiev. Un altro è l'appoggio militare: "Noi stiamo inviando armi, non medici. E inviare armi per il diritto internazionale è un atto di guerra quando si è in una situazione conflittuale. Noi ci stiamo schierando", conclude lo storico. 

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