Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Autunno caldo e arido, l'allarme del Cnr sul clima

Esplora:

  • a
  • a
  • a

«Ottobre e novembre sono statisticamente mesi molto piovosi per cui la situazione meteorologica attuale, caratterizzata da siccità, temperature elevate, precipitazioni scarse, è a dir poco preoccupante. C’è da sottolineare che, a causa del cambiamento climatico di origine antropica, è ragionevole presumere che i periodi dell’anno con temperature inferiori o simili alla media storica saranno sempre meno probabili». Lo spiega all’AGI Giulio Betti, ricercatore presso il Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale (LaMMA), l’Istituto di Biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Associazione di Meteorologi e Tecnici Meteorologi Professionisti (Ampro).

«Storicamente - continua l’esperto - durante l’ottobre italiano si verificano precipitazioni significative, mentre questo è stato uno dei più caldi mesi autunnali degli ultimi due secoli. L’ondata di calore si deve a un robusto blocco anticiclonico di matrice subtropicale che interessa gran parte d’Europa. La radice più intensa di pressione e temperature sovrasta proprio il Mediterraneo centrale, nell’area compresa tra il Nord Italia, la Svizzera e la Francia». Il climatologo precisa che questa conformazione rappresenta un fenomeno naturale relativamente comune, i cui effetti sono tuttavia esacerbati dal cambiamento climatico di origine antropica.

 

 

 

«La stessa configurazione - osserva Betti - ha provocato un’estate eccezionalmente calda, basti pensare che si sono verificate temperature massime di 7-8 gradi superiori rispetto alla media storica di riferimento per lo stesso periodo. Stiamo sicuramente vivendo uno degli anni più caldi di sempre, anche se non abbiamo ancora elementi sufficienti per stabilire se si tratti del più afoso in assoluto». Per spiegare le ragioni alla base di questa situazione, l’esperto ricorda l’influenza de La Nina, un fenomeno che si verifica nell’Oceano Pacifico equatoriale che si presenta da ormai tre anni e condiziona indirettamente anche la circolazione generale del Mediterraneo e dell’emisfero boreale.

«Abbiamo assistito a conformazioni simili altre volte, perchè, di fatto, il fenomeno in sé è di origini naturali - aggiunge il ricercatore - gli effetti osservati sono però senza (o con pochi) precedenti, esacerbati dal cambiamento climatico e dalla presenza di gas serra nell’atmosfera». «Per quanto riguarda il mese di novembre - conclude Betti - gli ultimi modelli mostrano temperature al di sopra della norma almeno fino alla prima metà del mese. Le alterazioni del clima stanno contribuendo a rendere sempre più rari i mesi caratterizzati da temperature in linea con le medie storiche».

Dai blog