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Covid, aumentano i contagi e la campagna vaccinale va a rilento

Pina Sereni
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Il Covid torna a colpire. «Da qualche giorno stiamo vedendo una risalita della curva dei contagi. Purtroppo l'allentamento delle misure di precauzione individuale, come le mascherine nei luoghi affollati, e l'apertura delle scuole, sicuramente stanno accelerando il contagio», lancia l'allarme Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia. «In questo momento abbiamo le terapie intensive occupate, ma non con numeri preoccupanti. I ricoverati con sintomi, però, sono più di mille. L'invito è a vaccinarsi con la quarta dose per tutti coloro che non l'hanno ancora fatto». «Non sono tantissime le richieste che abbiamo ricevuto per la quarta dose», conferma il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo.

Nonostante a livello nazionale la campagna vaccinale vada a rilento, seppure ieri le richieste sono aumentate, la Lombardia ha già chiesto al ministero della Salute di poter iniziare subito con la quinta dose per i pazienti fragili e gli ospiti delle Rsa. Milano, inoltre, vorrebbe rimettere l'obbligo di indossare le mascherine in spazi chiusi e nei luoghi affollati. Comunque, precisa Moratti, «sono decisioni che non prendo da sola, ma assieme al presidente della Regione». Anche nel Lazio Sars Cov 2 torna a salire. Ieri, su 28.086 tamponi, si sono registrati 5.245 nuovi positivi, con un incremento di 3.464 casi in 24 ore. La maggioranza dei contagi è a Roma: ben 2.544. In allarme pure l'Emilia Romagna con 3.258 nuovi positivi che fanno lievitare i malati effettivi a 40.613. In Campania sono 3.839 i pazienti Covid registrati nelle ultime 24 ore, mentre in Sardegna sono 1.215, in Sicilia 1.854 e in Friuli Venezia Giulia 1.947. A dimostrare che l'epidemia sta tornando in tutta Italia, complici le temperature più fredde con l'arrivo dell'autunno: 65.925 i contagi in appena una giornata e ottanta i decessi. «Non voglio sottovalutare una patologia respiratoria da Covid in anziani e fragili ma nella gestione delle infezioni da Sars-CoV-2 in questa fase sarebbe opportuno uniformarsi ad altri Paesi che non indicano più come misura la quarantena per i positivi», afferma Maria Rita Gismondo, direttore del Laboratorio di microbiologia clinica e virologia dell'ospedale «Luigi Sacco» di Milano. Bisognerebbe piuttosto «responsabilizzare chi è sintomatico, o chi sa di essere positivo, che dovrebbe indossare la mascherina, soprattutto se è a contatto con anziani e persone fragili».

«La pandemia non è definitivamente sconfitta. Sono le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: e come dargli torto? Ha ragione, la pandemia non è finita. Ma qualcuno dovrebbe informare il nostro Presidente che è il Covid ad essere sconfitto», sottolinea Claudio Giorlandino, direttore scientifico del Centro di ricerche Altamedica. «Per poter entrare nelle cellule dei polmoni, e provocare la polmonite interstiziale, il virus subiva uno splitting, un processo di divisione, reso possibile dall'enzima TMPRSS2, presente in grande quantità nei polmoni. Era questo il meccanismo che permetteva alla proteina Spike di agganciare le cellule dei polmoni, ma ora con Omicron questa divisione con TMPRSS2 non avviene più: da quasi un anno ormai la polmonite virale è rarissima e la morte per patologie direttamente associabili al virus è assai rara». «E poi - aggiunge - le varianti che si susseguono incessantemente possono essere contrastate solo da chi ha acquisito, con l'infezione, l'immunità naturale contro tutto il virus, indipendentemente dalle varianti che interessano solo piccole parti di esso. Chi è protetto soltanto dal vaccino rischierà questa rino-faringo-tracheite». Intanto la Corte di Cassazione, con l'ordinanza n.29.435 del 10 ottobre scorso, ha fatto chiarezza sul contagio da Covid sul lavoro riportandolo alla categoria delle malattie professionali e non in quella degli infortuni. «Già al momento dell'introduzione della normativa.

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