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Energia, mezzo tetto al prezzo del gas. L'idea di Ursula von der Leyen

Dario Martini
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Visto che al momento il tetto al prezzo del gas non è un obiettivo raggiungibile, la Commissione Ue propone di applicarlo solo alla componente che serve a produrre energia elettrica. È il compromesso illustrato ieri dalla presidente Ursula von der Leyen all'Europarlamento, inserito in un pacchetto di misure che sarà discusso anche dai capi di stato e di governo nel vertice che si tiene oggi e domani a Praga e a cui parteciperà anche Mario Draghi.

Come ha spiegato la numero uno del governo europeo, oggi noi «usiamo il gas in tre campi: industria, riscaldamento e produzione di elettricità». Per quanto riguarda quest' ultimo utilizzo, «i costi elevati del gas stanno spingendo i prezzi al rialzo.

 

Dobbiamo limitare l'impatto inflazionistico del gas sull'elettricità, ovunque in Europa. Per questo siamo pronti a discutere un tetto sul prezzo del gas usato per generare elettricità. Il tetto sarebbe un primo passo sulla via di una riforma strutturale del mercato elettrico».

Questo "price cap" limitato, concordato dalla Ue, dovrebbe essere concepito in modo da non aumentare il consumo complessivo di gas. Una misura di questo tipo richiede sia requisiti di risparmio vincolanti per compensare i segnali di prezzo più deboli, sia la salvaguardia dei flussi transfrontalieri di elettricità sovvenzionata e verso i Paesi vicini.

 

La Commissione indica altre due strade da perseguire. La prima è sostituire l'attuale indice Ttf della Borsa di Amsterdam, il principale parametro di prezzo per tutto il gas scambiato nella Ue. Von der Leyen ha fatto sapere che «la Commissione ha avviato i lavori su un indice dei prezzi Ue complementare per riflettere meglio la realtà energetica dell'Europa di oggi e garantire un migliore funzionamento del mercato che favorisca la riduzione dei prezzi». L'altra misura, su cui la Commissione ha avviato i lavori, è l'introduzione di un tetto al gas commerciato all'interno dell'Ue, non collegato al prezzo del gas importato ma riguarda il mercato europeo. Questo pacchetto dovrebbe ottenere il benestare anche della Germania di Olaf Scholz e dei Paesi maggiormente contrari a un tetto "tout court" al prezzo del gas e a un fondo comune di solidarietà sul «modello Sure».

 

Intanto, ieri Gazprom ha ripreso le forniture del metano che, passando prima dal territorio austriaco, entra in Italia attraverso lo snodo di Tarvisio. Il blocco era causato dalla nuova normativa entrata in vigore in Austria il primo ottobre, per cui il gas va consegnato dagli operatori internazionali al confine con il Paese, e non trasportato all'interno. Per rispettare la normativa, all'operatore austriaco va depositato un deposito cauzionale, che però Gazprom non aveva pagato. A sbloccare la situazione ci ha pensato Eni, che ha pagato di tasca propria la cauzione da 20 milioni di euro. Intanto, in Europa c'è chi si accorda direttamente con Mosca. L'Ungheria ha raggiunto un'intesa per differire i pagamenti al colosso energetico russo perla fornitura del gas invernale. Questa mossa, che potrebbe allentare la pressione sul disavanzo commerciale del Paese, crea una nuova frattura nella ricerca di una linea unitaria nella Ue.

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