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L'Europa si arrende sul caro-energia: sì alla riforma dei prezzi dell'elettricità e tetto al gas

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L’Europa corre ai ripari contro il caro-energia e mette sul tavolo la riforma del mercato elettrico e misure per arginare i prezzi del gas, ovvero il decoupling e il price cap. Al termine di un fine settimana di trattative la presidenza ceca del Consiglio Ue ha fissato per il 9 settembre a Bruxelles la riunione straordinaria dei ministri dell’Energia europei, per far fronte alla crescita esponenziale del prezzo del gas. I Ventisette si erano già riuniti a fine luglio in una convocazione d’urgenza che aveva stabilito un piano di riduzione della domanda di gas ma la pausa estiva non è servita a calmare i mercati che oggi, nonostante un calo del 19%, vendevano il gas al Ttf di Amsterdam a 273 euro al megawattora, una cifra spaventosa rispetto ai 27 euro di un anno fa. 

 

 

Ormai non è più un tabù parlare di massimale al prezzo del gas a livello europeo e anche gli Stati più reticenti si stanno convincendo che una simile misura potrebbe effettivamente arginare l’impennata del costo del metano. Se la Germania ha iniziato a mostrare una certa disponibilità a discutere del price cap, resta da convincere il premier olandese Mark Rutte che finora si è detto scettico sull’efficacia della misura. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita a Praga, ha fatto anche un’importante apertura sulla necessità di ridisegnare il mercato elettrico europeo «in modo da non dover più sopportare i prezzi elevati che stiamo vedendo attualmente». Nell’Ue, ha precisato, «c’è una grande disponibilità a cambiare qualcosa» perché «ciò che viene attualmente chiesto come prezzo di mercato non riflette domanda e offerta in senso proprio», ha affermato. «Dobbiamo aggiustare il mercato dell’energia. 

 

 

Il punto è che il prezzo del gas, a causa del meccanismo del prezzo marginale, trascina con sé anche il costo delle altre fonti di produzione e determina il prezzo dell’elettricità, essendo di fatto l’ultima fonte col costo marginale più alto che soddisfa la domanda di energia giornaliera. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, famiglie e imprese, e di riflesso finiscono per spingere l’inflazione con un aumento generalizzato di beni e servizi. Da qui la svolta della Commissione europea, che finora ha difeso il meccanismo della formazione del prezzo dell’elettricità e che invece ora pensa a rivedere le regole con urgenza, magari affrontando il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas. In questa partita la battaglia italiana del governo Draghi per il price cap e il decoupling contro i mulini a vento europei sembra diventare ogni giorno che passa una proposta valida con la postilla «ve l’avevamo detto».

 

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