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Vaticano, Santa sede convocata dal giudice inglese per l'immobile di Sloane Avenue

Filippo Caleri
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La vicenda dell'immobile acquistato dal Vaticano a Londra dal finanziere italiano, Raffaele Mincione, e al centro una battaglia giudiziaria, si arricchisce di un altro capitolo. La Santa Sede sarà chiamata a fornire la sua versione sulla querelle nei tribunali inglesi. E sarebbe la prima volta nei suoi 2000 anni di storia.

La notizia è riportata dai media inglesi, in particolare dal Daily Mail e dal Telegraph. Secondo i cronisti l'invito a rispondere sul caso dell'immobile è arrivato ai legali di Oltretevere dalla Corte d'Appello britannica. Il Vaticano - secondo la stampa anglosassone avrebbe cercato di evitare la pronuncia dei tribunali sull'investimento di 124 milioni di sterline nella proprietà dell'ex magazzino di Harrods a Chelsea destinato allo sviluppo in appartamenti di lusso. Un prezzo considerato troppo elevato e dunque contestato dal Cupolone che ha accusato Mincione dei reati di frode, appropriazione indebita e abuso d'ufficio. Una tesi non condivisa dal finanziere che ha sempre opposto che la valutazione della proprietà, fatta da esperti indipendenti, fosse appropriata.

 

Così mentre un processo è in corso presso la Città del Vaticano sul caso, ora si potrebbe aprire un processo parallelo anche a Londra. Il giudice londinese avrebbe dato ai legali vaticani un tempo molto stretto, fino a circa la metà del prossimo settembre, per inviare una memoria scritta che spieghi le prove che supportano le accuse mosse a Mincione. Che ha sempre sostenuto che quelle sulla presunta irregolarità della transazione immobiliare non sono mai state verificate. La richiesta alla Corte inglese è basata sulla necessità di avere una maggiore certezza sulla vicenda la cui mancata conclusione sta arrecando una danno alla sua reputazione.

 

Gli avvocati vaticani hanno sempre sostenuto che un'udienza nel Regno Unito avrebbe interferito con le indagini penali e con «atti legittimi di uno Stato straniero» e non avrebbe avuto «uno scopo utile». Ma la Corte d'appello ha invece deciso che i tribunali britannici hanno il diritto di esaminare la transazione stabilire se l'uomo d'affari, e la sua società Wrm, operassero o meno in «buona fede».

 

Il caso sarà il primo in cui il Vaticano comparirà davanti ai tribunali del Regno Unito. Lo stato cattolico ha sempre evitato azioni legali nelle giurisdizioni straniere rivendicando l'immunità statale. Ma questa non sarebbe applicabile nel caso di Sloane Avenue 60 perché la controversia riguarda una transazione commerciale.

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