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Argentario, il motoscafo navigava col pilota automatico. Sentiti i quattro danesi a bordo

Augusto Parboni
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La stanno cercando anche con un robot, a una profondità di oltre cento metri. È Anna Claudia Cartoni la donna romana dispersa nell'incidente tra due barche avvenuto due giorni fa all'Argentario. È la moglie di uno dei feriti dello scontro tra uno yacht e una barca a vela, sulla quale la donna si trovava insieme a un gruppo di amici: il marito, Fernando Manzo, capitano della barca, è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Orbetello, ma non è in pericolo di vita. Nel violento impatto ha invece perso la vita Andrea Coen, 58 anni, e sono rimasti feriti altri 4 amici presenti nella barca nel momento in cui il motoscafo li ha centrati in pieno, passandoci letteralmente sopra all'altezza della poppa, proprio dove si trovava il gruppo di amici.

Le ricerche, che sono andate avanti anche di notte, sono gestite dall'Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano, sotto il coordinamento della Centrale operativa della Direzione marittima di Livorno, e vedono impegnati diversi mezzi navali della Guardia Costiera, con la partecipazione di mezzi aereonavali della Guardia di Finanza e mezzi e uomini dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Sulle dinamiche del violento impatto sono in corso le indagini dei militari dell'Ufficio circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano. Da una prima ricostruzione, a bordo del motoscafo, condotto da un uomo, erano presenti quattro cittadini di nazionalità danese.

 

La procura di Grosseto ha aperto un'inchiesta e ha ipotizzato i reati di naufragio, omicidio colposo e lesioni. Non è escluso che nelle prossime ore i pm facciano le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Una delle ipotesi investigative al vaglio degli inquirenti, è quella che l'imbarcazione degli stranieri stesse navigando utilizzando il pilota automatico. Gli investigatori per tutta la giornata di ieri hanno interrogato tutte le persone presenti sullo yacht per tentare di capire come sia stato possibile che la barca a motore abbia potuto travolgere l'altra imbarcazione senza neanche tentare di evitarla.
Due donne ferite, comunque, dopo essere state curate nell'ospedale di Orbetello, sono state dimesse durante la notte tra sabato e domenica.

Un paziente, invece, è stato portato all'ospedale provinciale di Grosseto direttamente dal luogo dell'incidente con elisoccorso Pegaso 2. L'uomo deceduto è stato trasferito all'obitorio di Orbetello.

La donna dispersa è stata risucchiata dal mare al momento del violento impatto: la barca a motore, infatti, secondo le prime testimonianze, navigava ad alta velocità. «L'ho vista scomparire - ha detto l'imprenditore 61enne Manzo, titolare della «Bioimpresa», che era al timone - è affogata sotto ai miei occhi, non sono riuscito a salvarla. Un attimo e non c'era più». Da una prima ricostruzione sembra che i danesi, ieri sentiti dall'autorità giudiziaria, fossero di rientro dall'isola di Giannutri e diretti verso l'isola d'Elba. Le ricerche della donna romana, comunque, sono proseguite pure la notte scorsa, grazie, tra l'altro, all'utilizzo di un elicottero arrivato da La Spezia specializzato in questo tipo di interventi.

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