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Caso raccomandazioni, l'Usb chiede le dimissioni della ministra Messa: "Gravi denunce"

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Avrebbe tentato di favorire tre studentesse bocciate al Master in Diritti Umani e Sicurezza. L'attuale ministra dell’Università Maria Cristina Messa è finita nella bufera dopo lo scoop del Fatto Quotidiano sui presunti favoritismi che risalirebbero al marzo 2018 quando era rettrice dell’Università di Milano Bicocca. Sul caso esplosivo è intervenuta l'Unione Sindacale di Base (Usb) che in una nota ha definito il ministro "esponente di un sistema baronale" che "danneggia la ricerca con il nuovo reclutamento e le valutazioni negli Enti di Ricerca e nell’Università".

In realtà non si trattava proprio di tre studentesse qualsiasi ma di diplomatiche latinoamericane che la ministra Messa, all’epoca in cui era rettrice della Bicocca, avrebbe voluto promuovere con incarichi di funzionarie consolari a Milano. “Le pressioni indebite sul master in Bicocca da parte dell’ex rettrice Messa - si legge nella nota sindacale - rafforzano il rifiuto di USB rispetto al nuovo reclutamento e alle valutazioni “meritocratiche” negli Enti di Ricerca e nell’Università. La ministra si deve dimettere” denuncia l'Unione sindacale. “La vicenda ci rafforza nella convinzione che il ministro abbia un’idea baronale della Ricerca e che la “meritocrazia” rappresenti un simbolo del potere baronale”. E ancora: “La modifica del reclutamento che si profila su emendamento del senatore Verducci al ddl S.2285 sta perfettamente dentro questo quadro quanto le chiamate dirette che Cnr ed Infn vogliono mettere in atto sul Pnrr: metodi clientelari gestiti dal baronato universitario che si vuole introdurre anche negli Epr. Per questo chiediamo ai senatori di fermare il ddl “reclutamento” e ripensarlo profondamente, non solo nella parte riguardante gli Epr, ma anche quello universitario”.

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