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Scuola, tutto fermo per i sistemi di aerazione contro il Covid. Scontro nel governo

Pietro De Leo
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I dati sui contagi del Covid testimoniano che, per quanto sia tutto sotto controllo, la pandemia non è stata consegnata ancora ai brutti ricordi, e richiamano alla necessità di massimizzare l'adozione di quegli strumenti in grado di conciliare la prevenzione con garanzia della piena libertà personale. Un capitolo di questo tema, riguarda la scuola e le prospettive per il nuovo anno scolastico. Così, ieri, il Sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso, della Lega, ha lanciato un messaggio al ministro della Salute, Roberto Speranza, su un argomento che ha a lungo tenuto banco: i sistemi di ventilazione nelle aule. Il dicastero della salute, ha detto Sasso, «è in ritardo di ben tre mesi sulla consegna delle linee guida per l'acquisto da parte delle scuole dei dispositivi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell'aria. Strumenti che, come attestato dall'Organizzazione mondiale della sanità e da un'ampia letteratura scientifica, costituiscono un'arma fondamentale per diminuire drasticamente i rischi di contagio all'interno degli istituti».

 

 

Sasso ricorda che nella legge 18 febbraio 2022, numero 11, una norma sanciva che «entro 30 giorni venissero definite le specifiche tecniche dei dispositivi mobili di purificazione e degli impianti di areazione, unitamente agli standard minimi di qualità dell'area negli ambienti scolastici. Stiamo ancora aspettando. Le linee guida del ministero della Salute, da inserire in un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, consentirebbero alle scuole di capire come muoversi per dotarsi di questo tipo di dispositivi ed innalzare gli standard di sicurezza per studenti, insegnanti e tutto il personale». Quanto questi congegni rappresentino un valore aggiunto nella lotta al Covid (mala purificazione dell'aria è sicuramente positiva anche per diminuire la trasmissione di altri virus), peraltro, era stato certificato anche da una ricerca condotta dalla Fondazione Hume, presieduta da Luca Ricolfi, in collaborazione della Regione Marche. Ente che aveva messo in campo un investimento importante per l'adozione dei sistemi di «ventilazione meccanica controllata» all'interno delle scuole. Lo studio in questione aveva riguardato 10.441 classi del territorio, di cui 316 avevano l'impianto, 10.125 invece no. Risultati alquanto eloquenti.

 

 

Se questi impianti vengono utilizzati con la massima portata di ricambio dell'aria, riducono di oltre l'80% il rischio di infezione nell'ambiente al chiuso. Luca Ricolfi, durante una conferenza stampa con il Presidente della Giunta Francesco Acquaroli, Ricolfi ebbe a sottolineare che «il fattore di abbattimento assicurato è paragonabile a quello del vaccino: molto efficace e insostituibile come protezione dalla malattia, ma meno in vista della trasmissione». E però, di linee guida ancora non ve n'è traccia, con i Comuni che attendono di capire come devono muoversi nel caso intendano adottare questi impianti. Fossero arrivate subito, peraltro, magari ci saremmo risparmiata la querelle sulle mascherine agli esami di maturità. Alla fine soltanto «raccomandata», ma dopo una polemica durata giorni che, per fortuna, ha indotto il governo ad abbattere un obbligo particolarmente gravoso per gli studenti con queste temperature.

 

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