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Elezioni presidenziali in Francia, il retroscena sulle manovre delle logge: "I massoni transalpini tifano Le Pen"

Luigi Bisignani
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Caro direttore, massoneria sempre più arrembante e sugli scudi a Parigi. E se Parigi non ride, Roma piange in compagnia del Vaticano e del cavallo incappucciato della Rai.

Iniziamo dalla Francia dove, nel duello tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen è in corso una guerra di grembiulini. A sorpresa il Grande Oriente di Francia-GOF (80 mila logge circa) e la Gran Loggia Nazionale Francese-GLNF (40 mila logge), si sono spaccate su Macron il quale, secondo il GOF, ha "eluso" molte aspettative. Marine Le Pen  ha trovato quindi un appoggio insperato, ma non le basterà per vincere, nella potente loggia della California “La grande madre della terra”.

Se il caos regna tra le logge francesi, in Italia, il Grande Oriente - fondato a Milano nel 1805, con oltre 23.000 iscritti distribuiti in 862 logge - non se la passa meglio. Dopo quasi dieci anni di mandato, il Gran Maestro senese Stefano Bisi, che fu accolto con entusiasmo dopo il regno assoluto di Gustavo Raffi, è criticato per aver paralizzato l’Istituzione in questi anni di pandemia ma soprattutto per aver disatteso l’ideale del “fai agli altri tutto il bene possibile”, come recita il motto impresso, già nel 1700, nel testo degli “antichi doveri del libero muratore”.

La situazione è talmente delicata che alcuni “osservatori” sono giunti dagli Stati Uniti e perfino dall’Inghilterra per capire meglio ed evitare, in primis, che ancora una volta la magistratura civile venga a ficcare il naso soprattutto ora che nelle segrete stanze del GOI è in corso la resa dei conti, con Bisi caduto nella stessa tentazione di Raffi, ossia di farsi rinnovare per la terza volta, nonostante il divieto statutario.

Per rendere più facile l’operazione, Bisi ha aperto delle “tavole d’accusa” contro alcuni “fratelli” non allineati, come Tonino Salsone, Presidente del collegio circoscrizionale della Lombardia, biasimato per aver osato parlare, in un blog privato, dell’inopportuna rielezione del Presidente della Repubblica. Pare, e c’è da crederci, che lo stesso  Mattarella non abbia gradito di vedere il suo nome finire all’interno di un procedimento istruito presso la corte centrale massonica. A ruota, anche il  Gran Maestro aggiunto, il filosofo Claudio Bonvecchio, si è autodenunciato schierandosi con Salsone.

Ma il vero rischio per Bisi è che ci finisca lui davanti alla magistratura. Infatti, per un altro caso di censura, sollevato per una manifestazione non autorizzata da Bisi e organizzata dal Gran Maestro romagnolo Mario Martelli, quest’ultimo è stato fatto decadere da Presidente del collegio circoscrizionale dell’Emilia-Romagna. Nei sussurri sotto i cappucci sembra che sarebbe intenzione di Martelli impugnare la sentenza di condanna massonica davanti al giudice civile ordinario di Roma, ai sensi dell’articolo 23 del codice civile (annullamento e sospensione delle deliberazioni dell’assemblea) con tanto di richiesta di risarcimento del danno nei confronti di quei ‘fratelli’ che l’hanno decisa. Per non parlare della ridicola sospensione dell’opinionista tv Alessandro Cecchi Paone reo di  aver rilasciato un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’.

Ma non è l’unica nube sulla testa di Bisi da quando l’Agenzia delle Entrate si è interessata alla neo Fondazione immobiliare del Grande Oriente, di cui si è ‘autoproclamato’ presidente e nella quale sono affluiti più di cento immobili per un valore di circa mezzo miliardo di euro. 

Anche in Vaticano, ormai, si parla spesso di compassi e cappucci. Dopo l'imbarcata di esperti finanziari anglosassoni portati  per riordinare i conti d’Oltretevere, i grembiulini hanno finalmente riconquistato attenzione e sospetti dentro le mura leonine in seguito alla decisione dell'Ad della Rai, Carlo Fuortes, di seppellire tutta l'informazione religiosa nel cosiddetto genere "cultura ed educational". Ed a dirigere ha chiamato i più convinti laicisti e anticlericali dell'emittenza pubblica da Silvia Calandrelli a Rosanna Pastore e Lorenzo Ottolenghi - denominati scherzosamente "il trio falce e martello", ironia della sorte  tutti ‘amici’ di Paolo Ruffini, ex direttore di Rai Tre e di Andrea Tornielli, entrambi ‘magna pars’ del Dicastero per la comunicazione di Bergoglio.

Secondo Enzo Biagi, nel mondo dei media internazionali  il core business dell'Italia erano il calcio e il papato. La Rai, dopo essere riuscita ad uccidere definitivamente il calcio, allontanando anche un volto storico dai grandi ascolti come quello di Paola Ferrari, forse perché troppo cattolica e di destra, adesso riserva la medesima sorte al Papa. Una delle vulgate massoniche, difatti, vuole che tutto quello che si riferisce alla fede religiosa non produca niente di utile e a questo la Rai si starebbe adeguando. Tuttavia per la Chiesa è un déjà-vu, avendo già vissuto una storia analoga in Irlanda, Olanda, Belgio e Germania, dove però almeno i massoni ci mettevano la faccia. In Italia, invece, si nascondono dietro un vero o presunto appoggio vaticano. Pessimo segnale per Papa Francesco, il quale ormai viene tirato sempre più per la tonaca da quel ‘cerchio gaucho’ che sempre meno segue il suo apostolato in nome della Misericordia.

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