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Covid, variante Xf isolata per la prima volta: è la fusione tra Delta e Omicron. E i sintomi fanno paura

Angela Barbieri
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È stata isolata per la prima volta in Italia la variante Xf del Covid al laboratorio di Pievesestina a Cesena. Lo ha fatto sapere il direttore del centro, il professor Vittorio Sambri. Questa è una delle tre strutture in Emilia Romagna con funzioni di sequenziamento e sorveglianza. «La variante è stata isolata in un campione raccolto il 4 aprile durante una "Interflash Survey" come definisce l'Istituto superiore di sanità la sorveglianza su campioni particolari - ha spiegato il microbiologo a LaPresse - In questo caso il paziente su cui è stato prelevato il campione era gravato da una comorbilità importante».

La variante Xf è classificata come un'unione tra Delta e Omicron. In Gran Bretagna ne sono stati già segnalati circa cento casi. Al momento le conoscenze sono scarse. Difficile stabilire la contagiosità rispetto alle altre varianti conosciute. Il direttore del laboratorio ha aggiunto che «il virus gira in maniera importante e si moltiplica: è normale la comparsa di mutazioni che possano portare a varianti. Il problema è capire quali e quante ne emergono e cosa può voler dire».

Ad illustrare la situazione in cui ci troviamo è il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: «La stragrande maggioranza dei casi in Italia è dovuta alla variante Omicron, con Omicron 2 che ormai sta diventando largamente predominate. E circolano, a un'intensità ancora molto bassa, alcuni ricombinanti come Xe, Xj. Sappiamo che questi casi sporadici non pongono per ora particolari condizioni di allarme».

Rezza ha spiegato anche cosa si intende per ricombinati: «Quando Omicron 1 e 2 si incontrano in una stessa persona possono dare vita a questi fenomeni, ma si tratta sempre di ceppi appartenenti alla variante Omicron, una variante caratterizzata da una virulenza intrinsecamente minore rispetto a Delta, che però ha il suo grado di gravità. Nel senso che vediamo persone non adeguatamente vaccinate che possono andare incontro a complicanze gravi. Credo - ha concluso Rezza - che sia estremamente importante ribadire la necessità di completare il ciclo vaccinale» anti-Covid «con la terza dose per chi non l'avesse fatto, ed effettuare la seconda dose booster», la quarta dose di vaccino, «per le persone che sono più fragili, perché prima di una possibile grande campagna vaccinale di nuovo in autunno, è bene che queste persone arrivino protette al massimo a quella data».

Ormai da giorni l'immunologo di Genova, Matteo Bassetti, invita a non fare «terrorismo». Perché la variante Xe, ricombinante di Omicron 1 e Omicron 2, «non sembra più aggressiva, più mortale e più patogenetica. Il ciclo completo vaccinale (con booster) funziona nel prevenire forme gravi. È invece sicuramente più contagiosa (+10%). Quindi si diffonderà più velocemente e più rapidamente e potrebbe prendere il sopravvento sulle altre. Dovremo abituarci: finché c'è virus c'è variante. La Xe - ha scritto Bassetti su Facebook - è un mix di Omicron 1 e 2 che si uniscono e si ricombinano. Peraltro è un fenomeno che avviene abitualmente per l'influenza senza che nessuno si preoccupi di metterlo in prima pagina. Mutazioni e ricombinazioni avvengono in continuazione per tutti i virus e molti altri microrganismi». 

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