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Il piano segreto di Putin per il cessate il fuoco. Cosa si prende con la rinuncia di Odessa, le condizioni a Zelensky

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Quando il presidente russo Vladimir Putin parla in pubblico le cancellerie occidentali e gli analisti cercano di cogliere ogni elemento utile per prevedere le mosse russe nella guerra in Ucraina. Nell'ambito dell'incontro con l'omologo bielorusso Alexander Lukashenko, Putin ha evitato di tornare a battere sul tasto della "denazificazione" dell'Ucraina ma ha parlato di "aiutare la gente del Donbass". Segnale che potrebbe far intravedere una tentativo di avvicinamento a una trattativa concreta per la pace. 

 

Mosca potrebbe partecipare attivamente ai negoziasti ma non prima di aver conquistato le città di Sloviansk e Kramatorsk nell'oblast di Donesk e di quella Slevierdonetsk nell'oblast di Lugansk. Sono insieme a Mariupol le città su cui si va chiudendo in queste ore la morsa delle forze armate di Mosca, spiega il Giornale in un articolo di retroscena sulle prossime mosse di Putin nel conflitto. Ma, sfumata la presa di Kiev, il presidente russo vorrebbe sedersi al tavolo dei negoziati con qualcosa di più in mano.

 

Il bottino potrebbe comprendre gli oblast di Donetsk e Lugansk e il corridoio che congiunge Mariupol con i territori della Crimea, da "scambiare" con i territori già conquistati nell'area di Kherson e a Kharkiv. In base a questo piano, Putin rinuncerebbe alla presa di Odessa e dei territori a Est del fiume Dniepr. Una scelta di natura strategica, perché il controllo di quei territori richiederebbe il dispiegamento di decine di migliaia di soldati che oggi Mosca non può permettersi di impiegare. L'obiettivo della Russia, dunque, sarebbe di chiedere il riconoscimento della piena sovranità russa su Crimea, Lugansk e Donetsk. Lasciando Odessa all'Ucraina, una proposta che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky potrebbe poter valutare.

 

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