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Michele Santoro a DiMartedì travolge Floris: "L'Ucraina non può diventare uno Stato neutrale?"

Giada Oricchio
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Michele Santoro, ospite a “DiMartedì”, il talk serale di LA7, ha affrontato la guerra tra Russia e Ucraina da due punti di vista, quello umanitario e quello militare. Prima ha espresso il suo dolore per il dramma che stanno vivendo milioni di profughi (oltre 1.800.000 ha già raggiunto diversi paesi europei): “Mi sveglio nel mezzo della notte con l'angoscia per questa guerra, con le immagini di questo fiume di donne che scappano, e io mi sento come loro, in mezzo a loro, disorientato. Io mi auguro che l'Ucraina vinca, ma probabilmente l'informazione dovrebbe mettere la telecamera anche da un altro punto di vista. Dobbiamo mettere i generali perché sono gli unici a essere un po’ più obiettivi. Non dimentichiamo che il 90% delle vittime sono civili”.

Poi però il giornalista si è schierato con tutti gli analisti ed esperti di geopolitica sull’impossibilità per la NATO di stabilire la “no fly zone” per impedire i bombardamenti russi dall’alto su civili e centrali nucleari: “Quando Zelensky chiede la no fly zone non sono più con lui, perché vorrebbe dire finire nella terza guerra mondiale. Putin non è un pazzo come viene descritto, non è Hitler, è un leader autocrate ma è uno che ha agito secondo il suo disegno che guarda caso è un disegno nazionalistico perché stiamo vedendo il fallimento di tutte le istituzioni in cui abbiamo creduto dopo la II guerra mondiale: l'Onu, il nostro governo. I grandi comunicano ma noi che facciamo? Noi siamo la sede del Papa, cosa facciamo per far definire questo massacro?”.

 

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