stretta sugli over 50

L'obbligo vaccinale va in frantumi: anche l'Europa ci scarica

Francesco Storace

Obbligo vaccinale in frantumi. L’imposizione del governo Draghi viene ribaltata dal Tar su oltre una ventina di ricorsi di dipendenti della Difesa contro la vaccinazione come pretesa per poter lavorare e col ricatto della sospensione dallo stipendio (che avverrà da oggi per tutti gli ultra cinquantenni). Se a questo aggiungiamo che persino il commissario Ue Paolo Gentiloni afferma che non ha più senso starne a discutere guadagnandosi il plauso di Giorgia Meloni, il quadro della confusione è completo.

 

Certo, rimangono ancora frange di ultrà nel Pd. Che è il partito guida delle restrizioni contro i diritti dei cittadini, dei quali non si fida ancora nonostante il successo indubitabile della campagna di vaccinazione.

Non contenti del flop della mobilitazione no vax – a dimostrazione che ormai c’è poco da temere da quel fronte, a Roma si sono registrati disagi solo per il traffico in centro – arrivano a definire «norma di buon senso» l’obbligo del green pass per lavorare. E lo dice una forza che si definisce «di sinistra» con il suo presidente della commissione affari europei del Senato, Dario Stefano. Il che lascia abbastanza stupiti, come se il diritto al lavoro non debba più essere considerato tale e inviolabile.

 

Insiste pure il solito Walter Ricciardi, l’esperto del ministro Roberto Speranza, che continua la crociata contro i non vaccinati, «pure se pochi», ammette. E non spiega però perché, proprio se sono pochi, insistere con restrizioni che durano da due anni e che oggi vengono inasprite sui luoghi di lavoro.

Però c’è anche l’altra faccia della medaglia. Quel che ha detto ieri Paolo Gentiloni – pur se tra le solite ambiguità di linguaggio – va registrato come significativo e in coincidenza con quanto accadrà da oggi nelle fabbriche e negli uffici per chi ha più di cinquant’anni: «La discussione sulla vaccinazione obbligatoria contro il Covid-19 era giustificata mesi fa. Ma non credo che ora sia il momento di discutere di vaccini obbligatori». E del resto ci sarà un motivo se la Commissione europea non ha mai preso in seria considerazione l’idea – che pure era stata ventilata – di un obbligo vaccinale per tutti i Paesi dell’Unione.

 

Gentiloni ha indicato che con la variante Omicron "nel complesso, il numero di decessi e di ricoveri sta diminuendo in modo significativo", precisando che ogni governo dovrebbe esaminare da sé la questione della vaccinazione obbligatoria. Silenzio da parte delle nostre autorità...

La presa di posizione del commissario italiano alla Ue ha suscitato a livello politico la reazione della Meloni: «Il Commissario Europeo Paolo Gentiloni manda in soffitta l’obbligo vaccinale. Vale anche in Italia?». Interviene pure Matteo Salvini: «Ormai i guariti sono più di 10mln, i numeri della pandemia stanno calando in tutto il mondo. Spero che il 31 marzo, con la fine dell'emergenza, si superino tutti gli obblighi. Siamo fra i più vaccinati, non possiamo essere quelli che hanno più restrizioni». È una questione che probabilmente avrà ancora maggior vigore proprio con la scadenza di fine marzo, anche se è da oggi che si cominciano a mandare a casa i non vaccinati, con le drammatiche conseguenze sui loro stipendi.

Se a questo aggiungiamo quello che comincia a succedere nei tribunali con l’accoglimento dei ricorsi contro l’obbligo vaccinale, è evidente che a Palazzo Chigi dovranno porsi più di un interrogativo.

 

Perché probabilmente la misura sulla sospensione dallo stipendio è sballata, andando a incidere su uno dei principali valori costituzionali quali il diritto al lavoro. E poi perché si stanno creando tensioni inutili e insensate nel Paese. Una nazione che ha ormai vaccinato il 90 per cento e più dei cittadini come fa a temere ancora i no vax? Qui sta la questione a cui dare risposta realistica.

Se il Tar del Lazio vede il rischio di illegittimità costituzionali, l’esecutivo deve porre riparo all’errore prima che la bomba deflagri. Con molte delle misure escogitate si è davvero esagerato. Probabilmente nei luoghi di lavoro sarebbero bastati protocolli aziendali, ma si è preferito aggravare i provvedimenti. Scatenando odio tra i cittadini. Una follia.