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Ritrovato il cappotto "rubato" della senatrice, Cinzia Leone tira un sospiro di sollievo

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Tutto è bene quel che finisce bene. O quasi. «Mi hanno rubato il cappotto in Transatlantico», scriveva su Facebook Cinzia Leone, senatrice del Movimento Cinquestelle. Il furto, avvenuto la settimana scorsa durante le votazioni per il presidente della Repubblica, lasciava la senatrice «#INDIGNATA» (questo il titolo del post), per un delitto «davvero impensabile in un ambiente frequentato da Senatori, Deputati, Commessi, Giornalisti» (le maiuscole sono tutte sue).

 

 

 

 

«È impensabile che in mezzo alla classe dirigente del Paese che vota il presidente della Repubblica qualcuno potesse rubarmi un cappotto - si sfogava lei con Radio Capital - perché di fatto mi è stato rubato. Che inciviltà. È singolare, è grave». La senatrice invocava addirittura il Var: «Ci sono le telecamere», proponeva convinta per risolvere il giallo. Poi la bella notizia. «Ore 8:38 chiamata da Montecitorio: "Senatrice abbiamo trovato il suo cappotto», annuncia Leone sempre su Facebook. Un ladro pentito? Un parlamentare ha dipanato il mistero? No. Il cappotto (da 600 euro) era scivolato dietro un divanetto ed è stato ritrovato dagli operai intenti a sistemare il Transatlantico dopo il pienone per il giuramento di Sergio Mattarella. Mentre mettevano via drappi, bandiere, televisori, ecco che salta fuori lui: il lungo cappotto nero, nascosto dietro un divano. Una svista, altro che furto, altro che telecamere di sorveglianza.

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