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Beppe Grillo indagato a Milano, nelle chat anche l'ex ministro Toninelli. Le ipotesi dei pm

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Agli atti dell'inchiesta della Procura di Milano, che vede indagati Beppe Grillo e l'armatore napoletano Vincenzo Onorato per traffico di influenze illecite, ci sono "diversi scambi" - almeno una dozzina - di messaggi tra il fondatore del M5s e il patron di Moby. Messaggi nei quali l'imprenditore sollecita un intervento di Grillo presso politici del suo partito a favore della compagnia di navigazione, in concordato preventivo dal luglio scorso.

Le prime chat risalgono al 2017, prima che venissero stipulati i contratti pubblicitari tra la Moby e la Beppe Grillo Srl e la Casaleggio Associati, tutti sottoscritti nel 2018. I contatti pero sarebbero proseguiti anche dopo gli accordi. Tra le persone a cui Grillo si rivolgerebbe, sollecitato da Onorato, ci sarebbe anche l'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, oltre a politici pentastellati vicini al Mise.

Negli scambi finiti sotto la lente dei magistrati milanesi - in tutto una quindicina - ci sarebbero riferimenti di Onorato ai 72 milioni di euro di introiti "sfumati" per il 2020, e Grillo a sua volta si sarebbe interessato con il ministro Toninelli della vicenda. L'ipotesi dei pm milanesi è che Grillo, poi, abbia "veicolato" quelle istanze all'ex ministro Toninelli e poi abbia "trasferito" all'armatore "le risposte dalla parte politica".

L'interesse dell'armatore, emerso dalle chat di Onorato con il cofondatore del M5S, inoltre, riguarderebbero anche la situazione di Tirrenia, già in amministrazione straordinaria e impegnata in una causa civile con il gruppo Onorato, e le "limitazioni deii benefici fiscali per le navi che imbarcano equipaggi composti da dipendenti italiani ed europei.

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