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L'Italia dona un vaccino su tre ai Paesi poveri

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Dario Martini
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Le campagne vaccinali anti-Covid sono due. C’è quella che si svolge in Italia, che procede spedita, con 119 milioni di dosi somministrate fino ad oggi. E c’è quella che si svolge all’estero, grazie alle fiale donate dal governo Draghi ai paesi più poveri. Non si tratta di numeri bassi. Tutt’altro. Finora abbiamo regalato 53 milioni di dosi. In pratica, quasi una su tre finisce all’estero. Nello specifico, ne sono state spedite 32,5 milioni, mentre le restanti sono state solo assegnate e aspettano ancora di essere materialmente inviate.

La maggior parte di questi vaccini viene offerto nell’ambito del programma internazionale Covax, ma diverse spedizioni sono frutto di accordi bilaterali, come è avvenuto ad esempio per i carichi inviati in Libia, Yemen, Tunisia e Kosovo. A tenere un conteggio dettagliato delle spedizioni di tutti i paesi donatori del mondo è l’Unicef, che collabora anche all’invio delle dosi alle nazioni che ne hanno bisogno.

Era il 22 settembre quando il premier Draghi, in videoconferenza al Global Covid-19 Summit a margine dell’Assemblea Generale Onu, annunciò: «Noi siamo pronti a triplicare i nostri sforzi» nella donazione di dosi dei vaccini. «Entro fine anno doneremo 45 milioni di dosi» ai Paesi più poveri. «Un impegno necessario perché Unione europea e Usa vogliono aumentare gli sforzi per raggiungere la vaccinazione globale». In realtà, come abbiamo visto, il traguardo delle 45 milioni di dosi è stato raggiunto solo in modo virtuale. Potremmo dire che è stato addirittura superato, visto che sono state assegnate 53 milioni di dosi. Ma quelle inviate davvero restano sotto l’asticella fissata dal presidente del Consiglio. Comunque, l’Italia è uno dei maggiori donatori in circolazione. Solo Germania (84 milioni di dosi inviate all’estero), Usa (53 milioni) e Francia (45 milioni) stanno facendo meglio.
Ovviamente, la maggior parte dei vaccini donati dall’Italia appartengono alle case farmaceutiche Johnson&Johnson (22,7 milioni di dosi) e AstraZeneca (19,3 milioni). Sono i sieri che non vengono più dati agli italiani, perché l’Aifa ritiene che comportino un rischio raro di trombosi. J&J in Italia attualmente viene somministrato solo agli immigrati che arrivano sulle nostre coste. Il governo Draghi invia all’estero anche i vaccini a mRna, Pfizer Moderna, che ad oggi sono gli unici due vaccini utilizzati per la campagna vaccinale, in attesa che venga distribuito anche Novavax, il farmaco su base proteica che dovrebbe piacere agli indecisi. Tornando a Pfizer, sono state assegnate ai paesi poveri 8.546.382 dosi, di cui 3.317.652 già spedite. Le abbiamo mandate in Indonesia, Egitto, Macedonia del Nord e Pakistan. Due milioni di dosi Moderna invece sono state regalate a Indonesia, Pakistan e Gaza-Cisgiordania. A livello generale, i maggiori beneficiari, come si legge nella tabella pubblicata in questa pagina, sono Indonesia, Angola ed Egitto. Ma tra i destinatari figurano anche paesi come Siria, Iran, Libia, Afghanistan e Iraq.

Il ministero degli Esteri ogni tanto pubblicizza queste donazioni. L’ultima volta è accaduto alla vigilia di Capodanno, quando è partito un carico di fiale diretto all’Autorità Palestinese. «Si tratta di una tra le donazioni più consistenti ricevute finora dalle autorità palestinesi», ha commentato il Console Generale d’Italia a Gerusalemme, Giuseppe Fedele, che ha poi ricordato come l’Italia sia stata, sin dall’inizio della pandemia, fra i primi Paesi a sostenere l’importanza di un accesso equo e universale ai vaccini, nonché uno dei principali sostenitori della Covax Facility. Le dosi sono state trasferite alle strutture di stoccaggio del ministero della Salute in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza».
 

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