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Altri 3 casi di peste suina africana. Cina e Giappone sospendono l'importazione di salumi italiani

Valeria Di Corrado
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Altri tre cinghiali trovati morti dentro la zona infetta compresa tra il Piemonte e la Liguria sono risultati positivi alla peste suina africana. Si trovavano tutti nella zona "infetta" già circoscritta dalle autorità sanitarie, che comprende 114 comuni: 78 in Piemonte, tutti in provincia di Alessandria, e 36 in Liguria, tra le province di Savona e Genova. Intanto Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait hanno sospeso le importazioni dall'Italia di carne e salumi di maiale e cinghiale. Restrizioni sono state disposte anche dalla Svizzera. Lo scorso anno le esportazioni del settore suinicolo italiano sono ammontate a 1,7 miliardi di euro (+12,2% rispetto al 2020), di cui 500 milioni destinate ai mercati extra Ue. Le principali tipologie di prodotti esportati sono: prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli. Il comparto suinicolo vanta un fatturato pari a circa 11 miliardi frutto del lavoro di 25.000 di aziende agricole.

 

Un problema di ordine sanitario che rischia di provocare un danno irreparabile per il tessuto produttivo ed economico legato alla filiera, in particolare per la produzione di prosciutti Dop e Igp che, da Parma a Norcia, rappresentano il fiore all’occhiello del Made in Italy. Cia-Agricoltori Italiani esprime «la sua viva preoccupazione per l’allarme Peste suina africana (Psa) che potrebbe avere un impatto devastante su un settore strategico dell’agricoltura nazionale, inficiando anni di lavoro dedicato alla qualità delle produzioni, alla sicurezza dei consumatori e al benessere degli animali». 
«Una situazione critica che, con tutta probabilità, avrebbe potuto essere evitata con l’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali». Lo sostiene la Giunta di Confagricoltura che si è riunita per fare il punto sulla situazione, dopo le prime decisioni varate dall'Unione europea, tra cui quella di circoscrivere una zona infetta.

«I casi di peste suina africana riscontrati preoccupano molto. Sono la triste conferma che sul controllo della fauna selvatica si doveva intervenire in modo deciso già molto tempo fa. Ora non si può più temporeggiare - dichiara in una nota il Senatore Massimo Berutti (CI) - Il disegno di legge che ho presentato per modificare la legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di danni provocati dalla fauna selvatica è un punto di partenza. È possibile muovere da qui per aggiornare la legge in modo complessivo e fare fronte alle esigenze emerse in questi trent’anni».

 

 

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