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Tutti a scuola il 10 gennaio, il governo dice no allo slittamento. La Dad per i non vaccinati? "Un fallimento"

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La variante scuola incombe sulle famiglie italiane e sullo stato della pandemia. L'aumento vertiginoso dei contagi, con quasi due italiani su tre in zona gialla, fa crescere il partito che vorrebbe ritardare la riapertura delle aule mentre emergono le ipotesi di didattica a distanza obbligatoria per i bambini non vaccinati. 

 

Eppure, almeno per il momento, il rientro a scuola dopo la pausa natalizia non dovrebbe slittare, confermano fonti del governo all'Adnkronos.  Esponenti autorevoli dell'esecutivo di Mario Draghi, riporta l'agenzia, assicurano infatti che l’orientamento dell’esecutivo resta quello di mantenere la data del 10 gennaio per il ritorno degli studenti sui banchi. Resta la linea segnata dal premier che nel corso della conferenza di fine anno aveva assicurato che non ci sarebbero stati posticipi.

 

Insomma, l'impennata dei casi e la rapida espansione della variante Omicron non dovrebbe cambiare i piani, almeno per il momento. Nonostante gli appelli a posticipare le lezioni, come quello di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che chiede "il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un’altra spinta, e di sviluppare, in questi giorni, la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca".

 

A Tagadà, il programma di La7, lunedì 3 gennaio il sottosegretario Giorgio Mulè è intervenuto sull'altra grande questione della scuola, ovvero della possibilità di introdurre la Dad obbligatoria per i bambini e gli studenti non vaccinati. "Sarebbe un grandissimo fallimento, non bisogna arrivare a questo ma agire con l'informazione e il buon senso sui genitori, affinché vaccinino i figli. Dobbiamo fare il mondo di portare i vaccini a scuola e realizzare una corsia preferenziale per i bambini e i loro genitori". Sulla posticipazione della riapertura Mulè ha affermato: "Non cambia nulla se si comincia la scuola una settimana dopo, si possono recuperare i giorni persi in estate". 

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