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Scuola, rischio dad dopo le vacanze di Natale? Draghi dice no ma avanza il sospetto: "Non allungheremo"

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La scuola in presenza non si ferma. Mario Draghi ha confermato la sua volontà ferrea di proseguire la didattica nella sua forma tradizionale e l'ipotesi di prolungare la chiusura dopo le vacanze natalizie non sarebbe stata nemmeno "valutata" nel corso della cabina di regia. Piena sintonia con il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che aveva bollato l'eventuale misura come "sbagliata" facendo leva sull'elevato tasso di vaccinazione non solo del personale ma anche degli studenti che possono aderire alla campagna. "I positivi dentro le scuole sono un numero limitato allo 0,50%, le classi in quarantena sono 10mila su 400mila quindi il 2,5%, il problema è cosa succede fuori dalla scuola. E ancora una volta la risposta è la vaccinazione", ha spiegato.

I numeri delle ultime settimane però sono in netto aumento e con essi il ricorso alla didattica a distanza. In alcuni comuni i sindaci hanno deciso di chiudere gli istituti in anticipo proprio nel tentativo di contenere le quarantene nel corso delle vacanze di Natale.

L'importanza dell'educazione nella sua forma tradizionale viene enfatizzata anche dal Vaticano in un documento della Pontificia Accademia per la Vita dove si sottolinea la "gravità" della decisione di chiudere le scuole. Una scelta che in futuro dovrà essere presa solo come "ultima ratio da adottare in casi estremi e solo dopo aver sperimentato altre misure di controllo epidemico quali una diversa sistemazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dell'organizzazione dell'intera vita scolastica e dei suoi orari". Anche perché - viene rimarcato - il continuo andamento a singhiozzo fra didattica in presenza e a distanza ha portato a un "impoverimento" dell'apprendimento intellettuale e a una "deprivazione" delle relazioni formative.

Pure gli scienziati concordano sulla necessità di mantenere la scuola in presenza ma il contagio, specie nella classi degli under 12 - corre e occorre sempre valutare il rischio-beneficio. Per questo - dichiara il presidente di Aifa Giorgio Palù - "la risposta al quesito se allungare o meno le vacanze è sì se abbiamo la possibilità di recuperarle successivamente, purché i ragazzi non perdano l'istruzione che è fondamentale".

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