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Scuola, i professori no-vax si danno malati. Certificati medici a raffica con l'obbligo del vaccino

Valentina Conti
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Il Ministero dell'Istruzione interviene rendendo noti, nella circolare del 17 dicembre a firma del Capo Dipartimento per il sistema educativo Stefano Versari, i pareri sui quesiti posti dalla Scuola sulla gestione dell'obbligo vaccinale, indicando come il vincolo si applichi a tutto il personale scolastico, incluso chi è assente dal servizio per legittimi motivi (come, cioè, chi è in malattia). Con la sola eccezione del personale il cui rapporto di lavoro risulta sospeso per collocamento fuori ruolo (comando) o aspettativa per motivi di famiglia, mandato amministrativo, infermità, congedo per maternità, paternità, per dottorato di ricerca, sospensione disciplinare e cautelare. Ma prosegue comunque la confusione negli istituti di Roma - dove sono circa 4mila i prof no-Vax- sui vari "casi" a cui far fronte.

 

 

«Non sono poche le diffide a non adempiere al decreto legge inviate dai legali, che per noi dirigenti, però, sono carta straccia. C'è chi si è rifiutato di prendere materialmente in mano la lettera di invito consegnata dal dirigente, nell'illusione che il rifiuto possa bloccare il decorso dei tempi antecedenti la sospensione. Ma non è così perché il Codice civile stabilisce l'azione di consegna davanti a testimoni che viene opportunamente verbalizzata, pertanto ha valore di notifica», segnala la presidente di ANP Lazio, Cristina Costarelli. «C'è anche il giochino delle prenotazioni per sfuggire all'obbligo - prosegue la preside - che lascia il tempo che trova». Non è facile, di fatto, districarsi tra le varie disposizioni; le richieste di malattia fanno comunque arrovellare le scuole. È prevista la possibilità di adibire il personale esente/differito dalla vaccinazione a mansioni diverse dalle ordinarie, una volta acquisita dai dirigenti scolastici l'opportuna certificazione. Per cui, insieme alle figure preposte, come specificato, il preside potrà definire «le possibili condizioni di riduzione del rischio di diffusione del contagio» a tutela della salute del personale (come adottare provvedimenti protettivi ulteriori rispetto agli usuali) facendo seguitare l'attività professionale al soggetto in questione.

 

 

Sulla valutazione di provvedere all'assegnazione del lavoratore a mansioni alternative, invece, vengono suggerite attività di programmazione, di potenziamento a distanza degli apprendimenti, di supporto alla didattica domiciliare. Nonostante le delucidazioni ministeriali, però, su questo aspetto si continua a navigare a vista in alcuni istituti. «Abbiamo esenti a cui non sappiamo quale "altra" mansione far svolgere e che non sappiamo come sostituire. Ci stiamo lavorando, ma non è semplice trovare la giusta soluzione anche con gli esigui spazi a disposizione», racconta una preside. La circolare sul punto parla pure di «riorganizzazione dell'attività scolastica», adottando i più opportuni provvedimenti di gestione del personale a disposizione».

 

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