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Non sono allineati al vaccino, Crisanti smaschera la beffa del green pass

Giorgia Peretti
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I contagi da Covid-19 risalgono e l’ipotesi di lockdown mirati per chi non si è sottoposto alla vaccinazione sembra essere da considerare. Anche l’Italia potrebbe virare verso il modello austriaco che prevede una stretta sui no vax e restrizioni ad hoc per chi evita la dose. Il tutto per evitare di “danneggiare l'economia e penalizzare gli italiani immunizzati", così ha fatto sapere Guido Rasi in un’intervista a Il Giornale. A commentare queste supposizioni e sfatare il mito della risalita dei dati è Andrea Crisanti, ospite a Controcorrente, domenica 31 ottobre.

 

 

 

 

 

 

Il microbiologo, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova interviene nel talk show di Veronica Gentili, su Rete 4 dicendo la sua: “La ripresa di contagi non credo dipenda dal numero dei non vaccinati. Dipende principalmente dal fatto che la maggior parte della popolazione italiana si sta allontanando temporalmente dalla seconda dose. Il vaccino ha una durata che cala dal 95% al 40% per quello che riguarda l’infezione dopo 6 mesi e una protezione che cala dal 90% al 65% per quel che riguarda le terapie intensive e il ricovero. Sono numeri calcolati su 4 milioni di casi e non si tratta di stime provvisorie”.

Crisanti resta sorpreso sull’ipotesi della riproposizione del modello austriaco in Italia: “La realtà è che abbiamo dei vaccini che sono efficaci ma che hanno una durata limitata per quello che concerne la protezione dal contagio; quindi, io rimango sorpreso di fronte all’ipotesi di lockdown selettivi per i non vaccinati. Senza contare le considerazioni giuridiche e costituzionali”. Non una buona idea per il microbiologo che nel finale fa notare le già assodate incongruenze della certificazione verde: “Già il green pass non è allineato con la durata del vaccino, noi abbiamo un vaccino che dura 6 mesi e il green pass che dura un anno”.

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