lotta al virus

Non c'è solo il vaccino. Bomba di Remuzzi, i due farmaci comuni che possono battere il Covid

Giuseppe Remuzzi è il direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Ematologo e nefrologo, è un luminare di fama mondiale come conferma l'H-Index che misura l'influenza delle pubblicazioni di scienziati e ricercatori (tra gli esperti che hanno affrontato il Covid solo Alberto Mantovani ha un indice superiore a Remuzzi, 175 contro 169. Ecco l'articolo sul peso scientifico dei virologi tv). 

 

Lo scienziato  lunedì 25 ottobre ha rilasciato una lunga intervista a Pietro Senaldi, condirettore di Libero, in cui ha affrontato numerosi temi relativi alla pandemia. Ma anche il modo in cui è stata spiegata sui media. "Non confonda la scienza con i talk show. Ci sono trasmissioni fatte apposta per far litigare le persone, con i conduttori che scelgono i profili più divisivi, bianco contro nero, vince chi è tranchant e se insinui dubbi non fai audience. Invece la medicina è dinamica, è un’evoluzione continua di conoscenze che si contraddicono. Si va avanti per dubbi e tentativi", afferma Remuzzi. 

 

 Se avessimo meglio comunicato non avremmo avuto i no vax? "C’è poco da fare con chi non si fa convincere dall’evidenza dei fatti - aggiunge - Se il vaccino ti spaventa più di restare chiuso a casa tre mesi in lockdown o morire solo e intubato, non c’è comunicazione che possa convincerti. La verità è che l’uomo è strano e ognuno ha la sua testa. Guardo il bicchiere pieno al 90%: se nove su dieci si sono vaccinati, significa che il messaggio è passato".

 

Il peggio sembra passato. Qual è stata la svolta della pandemia? "Il generale Figliuolo. Ha rivoluzionato l’organizzazione inserendo una novità semplicissima: se avete problemi, telefonatemi, io ho un’organizzazione che riesce a mobilitare le Asl. La chiave di volta sono stati esercito e Protezione Civile" ha detto l'esperto che ha recentemente dato alle stampe il libro "Le impronte del signor Neanderthal" per Solferino.

Sulla terza dose del vaccino dice che "già le somministrazioni quotidiane della terza dose superano quelle della prima. Io, come medico, l’ho già fatta e ritengo che debbano farla tutti gli anziani. Si parta dagli ultraottantenni fino ad arrivare ai sessantenni. Più sei anziano e debole, meno anticorpi produci e più rapidamente il vaccino perde efficacia; in genere, dopo otto mesi la protezione cala", avverte.

Ma il vaccino non è l'unica arma contro il coronavirus, ci sono anche le cure, come si desume dalle parole di Remuzzi negli ultimi passaggi dell'intervista. "Il Covid è un'infiammazione, il segreto è spegnerla sul nascere. Aspirina, nimesulide, celecoxib in genere garantiscono un migliora mento in tre-quattro giorni. Se non basta, si passa al cortisone e all'eparina. Con gli antinfiammatori il Covid si può curare a casa nella stragrande maggioranza dei casi" dice l'esperto che, sul perché il ministero non adotti il suo metodo, afferma: "Noi non lo abbiamo chiesto, non ci sono studi scientifici che lo consentono".

 

Ci sono sempre gli anticorpi monoclonali. "Efficaci ma al momento molto cari e vanno rigorosamente somministrati in ospedale. Però la medicina fa passi avanti a ritmo incessante - spiega Remuzzi - Per esempio si è scoperto che c'è un comune sciroppo per la tosse che contiene Bromexina che ha effetti molto interessanti: testato su un'ottantina di i persone, divise in due gruppi, tra chi lo ha assunto non ci sono stati morti e si è avuta una sola terapia in tensiva contro tre decessi e cinque ricoveri tra chi non lo aveva ricevuto. È stato scoperto anche di recente che un preparato anti-asma a base di cortisone riduceva del 90% i ricoveri in ospedale...". Insomma, nella lotta conto il virus e la ricerca le cure sono importanti almeno quanto il vaccino.