scontri a roma

Trovati pugnali a casa del capo di Forza Nuova. Ed ora lo scioglimento

Valeria Di Corrado

A distanza di 12 giorni dagli scontri avvenuti a Roma durante la manifestazione in piazza del Popolo contro il green pass, in cui è stata assaltata anche la sede nazionale della Cgil, il Senato si è espresso sulle mozioni riguardanti lo scioglimento di Forza Nuova e delle altre organizzazioni neofasciste. In partenza Palazzo Madama doveva esaminare e votarne 6 differenti: 4 presentante dal centrosinistra (tutte con all’interno un chiaro riferimento a Forza Nuova), una dai partiti di centrodestra (sull’impegno a contrastare tutte le forze eversive), un’altra di Fdi (contro il fenomeno dei totalitarismi). Alla fine, quest’ultima è stata ritirata e sarà ripresentata la prossima settimana, mentre le 4 del centrosinistra sono state accorpate in un ordine del giorno unitario che al termine dei lavori è stato approvato dall’Aula, alla quale il governo si era rimesso. Stesso discorso per la mozione del centrodestra.

 

 

Intanto, sempre ieri, si sono svolti gli interrogatori di garanzia di Lorenzo Franceschi, esponente aretino di Forza Nuova, arrestato 3 giorni fa per l’assalto alla Cgil, insieme al siciliano Massimiliano Ursino, dirigente di Forza Nuova Palermo (in carcere erano già finiti il leader romano Giuliano Castellino e il fondatore del partito Roberto Fiore). «Sono entrato per curiosità» nella sede della Cgil, si è difeso Franceschi davanti al gip di Roma. Il 59enne ha sostenuto che Forza Nuova «non è più operativa da circa 2 anni».

 

 

Durante la perquisizione a casa sua, ad Arezzo, la Digos ha trovato e sequestrato diversi coltelli, una mannaia, tirapugni, sfollagente, oltre ad alcune svastiche. Alla domanda del magistrato sul perché avesse queste armi «bianche», ha risposto che è un collezionista di pugnali, mentre gli altri oggetti gli sarebbero stati regalati al compleanno. La Procura capitolina ha aperto un quarto fascicolo sugli scontri dei "no green pass", in cui sono indagate una ventina di persone per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale.