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Caos tra i portuali di Trieste: prima lo stop al presidio poi la retromarcia. Dimissioni del leader Puzzer

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Prima lo stop alla protesta poi la marcia indietro. Prosegue il presidio dei portuali di Trieste dopo i momenti concitati di ieri sera quando il portavoce del sindacato Clpt, Stefano Puzzer, ne ha prima annunciato lo scioglimento per poi fare retromarcia, scusandosi coi dissidenti che lo avevano contestato sia dal vivo che sui social. Al varco 4, cuore della protesta, sono presenti nella mattina del 17 ottobre alcuni lavoratori in pettorina e un centinaio di cittadini solidali con la loro scelta di scioperare.

 

 

“Se ho sbagliato due parole - ha detto ieri sera Puzzer, che poco prima aveva subito una sorta di processo in cerchio da parte di chi contestava la sua decisione - vi chiedo scusa. Non volevo dire che la battaglia è finita, ma che abbiamo vinto perché abbiamo visto tante persone qui e perché saremo ricevuti a Roma. Festeggeremo solo quando l’obbiettivo di abolire il green pass sarà raggiunto”. Il leader dei portuali di Trieste ha subito una sorta di processo. “Non possiamo andare avanti, la gente dopo un po’ si stancherà”, si è difeso il portavoce del CLPT assicurando che la battaglia andrà avanti. Poi la sessantina di contestatori si è allontanata. 

 

 

Questa mattina altro colpo di scena dopo le polemiche della tarda serata di ieri: Stefano Puzzer si è dimesso dal suo incarico. Ad annunciarlo è lui stesso con un post su Facebook, dove è stato preso di mira dai molti delusi per il suo comportamento: “Allora cosa molto importante in data odierna ho rassegnato le dimissioni dal Clpt Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità. Una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. Firmato Stefano Puzzer. La decisione è soltanto mia non è stata forzata da nessuno anzi non volevano accettarle ma io l'ho preteso. Grazie”.

 

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