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Giorgia Meloni a caccia di cinghiali: "Chiudiamo lo zoo degli orrori di Roma"

Pietro De Leo
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Le immagini dei cinghiali che scorrazzano per Roma nord sono ormai il biglietto da visita della Capitale nel mondo. Una vergogna di cui si dovrà occupare il prossimo sindaco. Nel corso del tour elettorale del candidato del centrodestra, Enrico Michetti, che ieri ha fatto tappa a Centocelle, Giorgia Meloni ha attaccato la giunta Raggi proprio sul degrado: «Cinghiali, topi grandi come labrador, gabbiani assassini, abbiamo visto di tutto. Praticamente la Raggi invece di fare il sindaco ha fatto lo zoologo in questi anni». E poi ha sottolineato: «Le altri grandi Nazioni occidentali sulla loro Capitale investono, sapendo che quell’investimento non si fa solo sulla città ma sulla credibilità della Nazione intera. Oggi noi abbiamo Roma derisa dai quotidiani di mezzo mondo». E ancora: «Roma è il marchio più potente che ha l’Italia, non utilizzarlo è una follia». Dal suo canto, Enrico Michetti ha osservato: «Bisogna ridare dignità a Roma, è una città che ha bisogno di essere amata. Addirittura mi hanno vietato di parlare dell’antica Roma, il nostro orgoglio. A Roma il cittadino era al centro del sistema mentre qui al centro ci sono gli interessi delle grandi banche e non della collettività». Ma non c’è solo il degrado.

 

 

Una delle prime cose da affrontare a Roma è la necessità di velocizzare gli iter amministrativi. Michetti lo ha ribadito anche ieri durante il confronto con i suoi competitor al "Messaggero", dove ha proposto una «task force per smaltire il condono edilizio». Perché, ha specificato, «sono 36 anni che tanti cittadini attendono una risposta. Avvieremo anche lo smaltimento delle procedure per le affrancazioni e la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà. Dovremo iniziare a rimettere in piedi la macchina amministrativa, perché se questa non rilascia permessi, licenze e autorizzazioni per rimettere in moto il meccanismo produttivo, tutto si ferma». Poi, il giurista ha posto sul tavolo una serie di punti rivolti alle donne e alle mamme. Così ha detto di porre tra le priorità «asili nido in grado di garantire posti a tutti mentre gli asili aziendali devono proliferare. Serve poi un albo delle tate. Poi abbiamo bisogno anche di percorsi formativi per le donne che dopo la maternità vogliono rientrare, e ne hanno tutto il diritto, nel mercato del lavoro. Dobbiamo poi incrementare i parcheggi rosa e la videosorveglianza». Per quanto riguarda il turismo, poi, ha evidenziato come «Roma abbia bisogno di una pianificazione logistica e di organizzazione. Dobbiamo attivare tutte le procedure per le infrastrutture per avere una mobilità dignitosa e infrastrutture digitali. Serve un contrasto fortissimo all’abusivismo e poi dobbiamo rilanciare il brand di Roma, i suoi prodotti, la sua cultura e la romanità».

 

 

Il tema culturale al centro del programma di Michetti. Sicuramente lo ha molto a cuore Vittorio Sgarbi, assessore della cultura in pectore, che intervistato da Claudio Brachino per Italpress ha avanzato la riapertura del Teatro Valle e un’implementazione della sicurezza dei musei. A proposito di musei, peraltro, una proposta arriva dal Centro Iniziative Sociali guidato da Domenico Gramazio. Dove un pool di giornalisti e scrittori, da Filippo Pepe a Roberto Rosseti, da Adalberto Baldoni a Federico Gennaccari, fino al fondatore del Bagaglino Raffaello Della Bona e al musicista Alberto Laurenti ha formulato l’idea di una "Casa della Canzone Romana", da intitolare alle anime della tradizione canora della Capitale come Franco Califano, Lando Fiorini e Claudio Villa. La proposta verrà illustrata nei prossimi giorni a Michetti.

 

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