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Dati che sorprendono, il limite dei vaccini: Massimo Galli svela la verità a Morning News

Giada Oricchio
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Il vento di nuove restrizioni per limitare la diffusione del Covid-19, i dati choc di Israele sull’efficacia dei vaccini che si sta riducendo al 70% nella protezione dal contagio e l’obbligo vaccinale ipotizzato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, sono i temi su cui il professor Massimo Galli prova a mettere ordine: “Favorevole all’obbligo, sorpreso dai dati degli studi israeliani, ma i vaccini hanno un limite. Ecco quale”. Il primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, ospite della trasmissione “Morning News” di Canale 5, lunedì 6 settembre, sposa la linea prudente del governo: “Dire di stare attenti perché potremmo ritrovarci nei guai è sacrosanto e tutt’altro che allarmista. La ripresa in questo momento ci creerà dei problemi anche se non paragonabili a quelli dell’anno scorso cioè una spaventosa epidemia che ha portato a oltre 90.000 morti da settembre a settembre. Abbiamo vaccinato molto e abbiamo messo in sicurezza la gran parte della popolazione, ma non basta. I dati di Israele sul vaccino contro il Covid-19? Per certi versi mi sorprendono e andranno studiati. Bisogna capire cosa sta succedendo però non è la prima volta che questa malattia si manifesta in termini difficilmente prevedibili in base al dato scientifico disponibile. E’ arrivata una variante dopo l’altra e i parametri si sono spostati, ad esempio i giovani e i bambini infettati sono aumentati dell’85% tra i casi accertati tra il 29 dicembre 2020 e il 9 marzo 2021 a opera della variante inglese. Ora la mutazione Delta o indiana è addirittura peggio come capacità di diffusione tra i bambini e quindi la riapertura della scuole richiede attenzione”.

 

 

 

La conduttrice Simona Branchetti sembra provocare apertamente Galli parlando di “falle del vaccino con copertura immunitaria che dura 4 mesi e la paura che non se ne riesca a uscire” e il virologo: “No, i nostri dati non ci rendono così pessimisti, il vaccino ci protegge bene da ospedale, rianimazione e cimitero per un numero importante di mesi, spesso superiore a quello che si crede”. Sulla terza dose, il professore ripete che in quanto primario ospedaliero è un funzionario dello Stato e dirà “obbedisco” in caso di ordine del CTS e del Ministero della Salute, ma aggiunge: “In base ai numeri di cui dispongo ribadisco che la terza dose non si può prospettare come copertura generale, vada come vada, ma va articolata in base alle singole categorie e gruppi, un conto sono i super fragili, gli anziani, gli immunodepressi e un conto è che la si faccia tutti”.

 

 

Galli è favorevole all’obbligo vaccinale: “Ha assolutamente senso, è assolutamente costituzionale e legittimo ove l’interesse collettivo prevale su valutazione individuale. E’ come per le vaccinazioni nell’infanzia. Non dobbiamo trovarci con gli ospedali di nuovo in crisi. Tuttavia ci sono delle contraddizioni: per me le persone guarite non hanno necessità in assoluto di essere inoculate”. Ma ecco la vera preoccupazione del professore: “Sarei entusiasta se avessimo un vaccino aggiornato che riuscisse a bloccare la diffusione della variante Delta. Questi fantastici vaccini, arrivati prestissimo, hanno salvato milioni di vite, però hanno il limite di non riuscire a evitare l’infezione, di regola infezione blanda e non pericolosa con la maledetta Delta, ma c’è. E’ un discorso di rischio di infezione e non malattia grave, ma è comunque tale da complicare tutto e da far riparlare di nuove restrizioni. In Italia manca un grosso pezzo di vaccinati, specie in alcune aree”.

 

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