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Incendio a Milano, il palazzo brucia ancora. Si indaga sulle cause del rogo

Giada Oricchio
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Inferno di cristallo: il grattacielo di Milano non era ignifugo.  La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per disastro colposo per far luce sull’incendio che, domenica 29 agosto, ha fatto sciogliere “come burro” le facciate dei 18 piani di "Torre dei Moro" in via Antonini, alla periferia sud del capoluogo lombardo. Secondo i vigili del fuoco, le fiamme hanno interessato la struttura esterna del grattacielo costruito dieci anni fa, ma non avrebbero danneggiato la struttura centrale in cemento armato. Grazie alla velocità dei pompieri tutti gli inquilini (60 famiglie per un totale di 150 persone e tra queste anche il cantante Mahmood) sono stati messi in salvo e non ci sono morti e feriti come invece successo 4 anni fa in un incendio simile alla Grenfell Tower a Londra (72 vittime).

Adesso la magistratura dovrà capire le cause di una tragedia sfiorata e verificare le cause (le fiamme sono divampate da un appartamento al 15esimo piano), perché l’allarme non è entrato in funzione e se i pannelli di rivestimento fossero ignifughi o no come testimoniato dagli abitanti del condominio.

La ditta che si è occupata del cappotto termico, la Isover Saint-Gobain, ha scritto sul sito: “Trattandosi di un edificio di notevole altezza con una particolare criticità nei riguardi della protezione da un incendio esterno alla facciata, per l’isolamento a cappotto è stato scelto un materiale isolante incombustibile come la lana di vetro al posto del materiale isolante plastico comunemente utilizzato in questa applicazione”.

Tuttavia sembra che l’isolamento fosse solo interno e non anche esterno in quanto non obbligatorio per legge. In queste ore si temono crolli a causa delle temperature che potrebbero aver minato la tenuta della gabbia esterna di metallo.

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