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Scoppia il caso pericarditi dopo il vaccino. Pochi casi, ma non nel Regno Unito

Fosca Bincher
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Il caso che ha agitato negli ultimi giorni gli scettici del vaccino è quello della pallavolista Francesca Marcon, 38 anni, che dopo la vaccinazione con Pfizer si è ammalata di pericardite e non ha potuto partecipare al precampionato lamentando per questo eventuali danni economici di cui chiedere il risarcimento. Il caso ha immediatamente infiammato il dibattito sulle reazioni avverse dei vaccini e sulla loro presunta pericolosità dei più giovani anche perché altri atleti in alcuni paesi europei (come un ciclista belga) sostengono di avere contratto la pericardite dopo la vaccinazione. E in effetti mano mano che è scesa l’età di vaccinazione sono aumentati i casi di pericardite e di miocardite registrati dalle autorità sanitarie. I numeri sono al momento bassi, ma assai diversi nei vari paesi. Per l’Italia ci si deve basare sull’ultimo rapporto Aifa sugli eventi avversi alla vaccinazione che cita genericamente sulla platea di chi ha ricevuto uno o due dosi: «Molto rare sono le paralisi del facciale, le reazioni anafilattiche e la miocardite/pericardite (il cui tasso è rispettivamente 5, 4 e 3 casi ogni milione di dosi somministrate)». Quindi 3 casi di miocardite o pericardite ogni milione di vaccinati. Non cambiano le proporzioni nell’analisi sulla fascia di età 12-19 per cui però le vaccinazioni sono ancora relativamente scarse: «Fra gli eventi avversi», scrive l'Aifa, «molto rari rientrano la miocardite e la pericardite acuta (3 casi ogni milione di dosi somministrate)». In Italia dunque 3 casi ogni milione di vaccinati.

 

 

Più dettagliato l’ultimo rapporto MHRA sul Regno Unito, che registra numeri decisamente più alti sia pure sempre di poche unità ogni milione di inoculazioni. «Nel Regno Unito», spiega il rapporto, «il tasso di segnalazione complessivo per miocardite, dopo sia la prima che la seconda dose, è di 5,0 casi per milione di dosi di Pfizer/BioNTech e per la pericardite (incluse pericardite virale e pericardite infettiva) il tasso di segnalazione complessivo è di 4,3 casi per milione di dosi di Pfizer /BioNTech». Ancora più alti i casi dopo essere stati vaccinati con Moderna: «il tasso di segnalazione complessivo per la miocardite è di 16,6 per milione di dosi e per la pericardite è di 14,0 per milione di dosi». Mentre per AstraZeneca, che è stato il vaccino più utilizzato nella prima fase in Gran Bretagna, «il tasso complessivo di segnalazione per miocardite (inclusa miocardite virale e miocardite infettiva) è di 2,0 per milione di dosi e per pericardite (inclusa pericardite virale) è di 3,1 per milione di dosi». MHRA però scrive di avere «intrapreso una revisione approfondita delle segnalazioni sia britanniche che internazionali di miocardite e pericardite in seguito alla vaccinazione contro il COVID-19. C'è stato un recente aumento nella segnalazione di questi eventi, in particolare con i vaccini Pfizer/BioNTech e Moderna, con un modello coerente di casi che si verificano più frequentemente nei giovani maschi e poco dopo la seconda dose dei vaccini».

 

 

I casi sono censiti anche negli Stati Uniti dove l’autorità sanitaria Cdc segnala: «La miocardite e la pericardite dopo la vaccinazione contro il COVID-19 sono rare. All’11 agosto 2021, sono state ricevute 1.306 segnalazioni di miocardite o pericardite tra persone di età pari o inferiore a 30 anni che hanno ricevuto il vaccino COVID-19. La maggior parte dei casi è stata segnalata dopo la vaccinazione con mRNA COVID-19 (Pfizer-BioNTech o Moderna), in particolare negli adolescenti maschi e nei giovani adulti. Attraverso il follow-up, comprese le revisioni delle cartelle cliniche, CDC e FDA hanno confermato 762 segnalazioni di miocardite o pericardite». Per i numeri americani si tratta di 3,76 casi ogni milione di vaccinati: più che in Italia, ma meno della Gran Bretagna. Più alti anche i casi di miocardite o pericardite registrati da Swissmedic: 96 segnalazioni su 9,2 milioni di dosi inoculate in Svizzera. Si tratta quindi di 10,43 casi ogni milione di abitanti. Tre volte i numeri dell’Italia.

 

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