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Rave party, "usano i droni per il lockdown ma non si erano accorti...". Governo, imbarazzo totale

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"Abbiamo usato i droni per scovare un signore che prendeva il sole su una spiaggia deserta ma nessuno si è accorto di 10.000 persone che arrivavano a Viterbo per un rave party “non autorizzato”. E' incredibile ma è andata proprio così come sottolinea un utente su Twitter che con la sua domanda imbarazza un governo intero. Dopo il caso del rave party abusivo nel viterbese vicino al lago di Mezzano che, con il primo triste bilancio di un ragazzo morto e decine di giovani ricoverati in ospedale, rischia di trasformarsi a breve in un maxi focolaio di positivi dagli effetti devastanti.

Il rave nel viterbese si chiude, lasciando dietro di sé una coda di preoccupazioni e polemiche legate alle conseguenze del maxi raduno in tempi di pandemia. E' la mattina di giovedì, esattamente sei giorni dopo dall'inizio della festa abusiva, quando finalmente le forze dell'ordine sgomberano l'area: le circa 500 persone ancora presenti lasciano il campo vicino al lago di Mezzano e nel pomeriggio cominciano le procedure per sanificare l'area, dove rimane qualche veicolo abbandonato e tanta sporcizia. Dopo giorni di pressioni sugli organizzatori, l'invito a una chiusura anticipata va a segno.

Durante le operazioni di sgombero, viene bloccato un furgone con materiale acustico e gruppi elettrogeni e sotto sequestro finisce anche un mezzo pesante con casse e altri materiali, a bordo del quale viaggiano due cittadini italiani, denunciati per resistenza a pubblico ufficiale, dopo il tentativo di forzare uno dei varchi presidiati dalle forze dell'ordine. Complessivamente, sono oltre 2000 le persone identificate e i controlli continuano in serata, per evitare che gruppi si accampino nelle zone limitrofe a quella del rave. Qualcuno dei giovani finisce in ospedale per malori dovuti a droghe e ubriachezza, e restano gravi le condizioni di uno di loro, ricoverato all'ospedale di Pitigliano, in provincia di Grosseto.

La Regione Lazio avvia il tracciamento anti-Covid nei paesi vicini all'area del raduno: "E' in corso un coordinamento tra la Asl di Viterbo e i sindaci dei comuni per pianificare un'azione di contact tracing e di tamponi - spiega l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato -. Proseguirà inoltre il tour dei camper-vax nella zona ed è stato attivato il servizio veterinario per verificare se ci sono animali feriti o morti nella zona del rave".

Ma la domanda su come tutto questo sia stato possibile sorge spontanea sui social. Nessuno è riuscito è bloccare prima il rave nel viterbese mentre lo Stato è rimasto a guardare sei giorni prima di sgomberare la festa. Ai tempi della pandemia di coronavirus, quando i droni scovano i fuggiaschi del lockdown, nessun intervento preventivo delle forze dell'ordine è scattato per "questioni di ordine pubblico". Ma davvero nessuno si è accorto di 10.000 persone che arrivavano a Viterbo per un rave party “non autorizzato”?

 

Intanto proseguono le polemiche con il centrodestra che non risparmia critiche severe al Viminale. La Lega "esprime sconcerto per il persistente e incomprensibile silenzio del ministro Luciana Lamorgese", mentre la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni attacca: "In un Governo serio il ministro dell'Interno, per una cosa del genere, sarebbe già stato invitato a dimettersi" e da Forza Italia Sandra Savino presenta interrogazione al ministro.

Sulla vicenda è netta l'opinione di Achille Serra, prefetto ed ex parlamentare, secondo il quale "aspettare, monitorare e non andare allo scontro con i partecipanti, era l'unica alternativa possibile", perché "non si possono attaccare 10.000 persone per 'invasione di suolo'".

 

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