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Variante Delta riaccende i focolai in Italia: si rischiano nuove restrizioni

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La variante delta del coronavirus, che ha fatto risalire vertiginosamente i contagi nel Regno Unito, comincia a preoccupare anche l'Italia, mentre il numero dei nuovi casi giornalieri (oggi 1.390) resta costante, un po' più alto rispetto alla media delle ultime settimane. Il tasso di positività è oggi allo 0,7%, mentre i decessi registrati ieri, venerdì 9 luglio, sono 25, portando il totale da inizio pandemia a 127.756. Continua però a calare la pressione sugli ospedali: un passo importante è stato fatto mettendo in sicurezza la fascia più fragile della popolazione, come conferma il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro: "L'età mediana dei nuovi positivi è di 31 anni. L'età mediana dei ricoveri è invece di 53 anni".

"La situazione in Italia è ancora apparentemente buona, abbiamo un'incidenza di infezione ancora bassa. Ma c'è una piccolo segnale di inversione di tendenza", sottolinea il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, mentre Brusaferro spiega: "L'incidenza è risalita a 11 casi ogni 100mila abitanti". Sul fronte vaccini, Rezza aggiunge: "Probabilmente un richiamo vaccinale sarà nelle cose, ma non sappiamo ancora quando, come e per chi. Abbiamo pochi dati".

Ora però è proprio il diffondersi della variante delta a far paura, al punto che l'Iss ammonisce: "La circolazione della variante delta è in aumento in Italia. Questa variante sta portando a un aumento dei casi in altri Paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi". Per evitare di tornare nei prossimi mesi a una situazione di emergenza le raccomandazioni sono sempre le stesse: mascherina e distanziamento. "Sulla base dei dati e delle previsioni Ecdc, della presenza di focolai causati dalla variante virale delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno - sottolinea infatti l'Iss - mantenere elevata l'attenzione, così come applicare e rispettare le misure necessarie per evitare un aumento della circolazione virale". E Brusaferro aggiunge: "La variante Delta è più trasmissibile e le proiezioni ci dicono che nelle prossime settimane diventerà dominante nel nostro Paese".

Aumento che in alcuni casi è già un dato di fatto, come in Lombardia, dove nella prima settimana di luglio si conferma "la progressione della variante delta che attesta lo switch in atto con la variante alpha. I primi sette giorni di luglio segnalano alpha al 24% (142 casi) e delta al 45% (270 casi), sebbene su un totale di sole 603 genotipizzazioni eseguite in 7 giorni", spiega la Regione. La vice presidente e assessore al Welfare della Lombardia, Letizia Moratti, ha reso noto che i pazienti per cui è stata identificata la variante delta sono 522, pari al 3% di tutti i casi sottoposti sino ad ora a genotipizzazione. Nel mese di giugno la variante predominante è stata l'alpha con il 64% contro la delta attestata all'11% su 1979 genotipizzazioni eseguite nel mese.

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