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Caso Malta, 120 italiani bloccati. La Farnesina ammette: perché impediscono il rientro dei negativi

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Sono ad ora almeno 120 i cittadini italiani, per lo più studenti, che si sono messi in contatto con l’ambasciata italiana a Malta, dopo essere rimasti bloccati in quarantena sull’isola. Circa 50 sono risultati positivi al Covid-19 mentre gli altri restano in isolamento perché entrati in contatto con persone infette.

 

"La Farnesina e l’Ambasciata d’Italia a Malta sono state immediatamente informate e dal primo momento", ovvero dal 6 luglio, "hanno fornito supporto diretto ai connazionali in loco, nonch? alle famiglie in Italia", spiega la Farnesina in una nota. Ma perché non si riesce a sbloccare la situazione? L’Ambasciata, in stretto raccordo con il Ministero degli Esteri, ha "svolto passi di sensibilizzazione presso le competenti Autorità locali, anche ad alti livelli", per far rientrare almeno i connazionali che non hanno contratto il Covid, "ma per il momento la normativa maltese rimane confermata e non consente il ritorno nel nostro Paese, né per le persone positive né per i contatti stretti negativi, per 14 giorni. La situazione interessa turisti e allievi delle scuole di lingua di diversi altri Paesi europei", è l'ammissione della Farnesina. 

 

A partire dal 6 luglio, un numero crescente di italiani in viaggio a Malta, in maggioranza minorenni che partecipavano a corsi di lingua organizzati da college e scuole locali, ha preso il coronavirus o ha avuto contatti con contagiati e le autorità locali hanno proceduto al loro isolamento. Il cluster ha riguardato anche studenti di altre nazionalità, tra cui francesi e spagnoli.

La maggior parte ha la copertura sanitaria e si trova in quarantena sia negli hotel Covid che negli alberghi dove ha trascorso la vacanza-studio. Le condizioni sanitarie dei ragazzi "non destano preoccupazioni", fa sapere la Farnesina, che ha comunque attivato, tramite l’Unità di Crisi, una collaborazione da remoto con l’Istituto Spallanzani, che si terrà in contatto con le controparti sanitarie maltesi.

 

L’ambasciata a La Valletta ha fatto sapere che il suo personale si è recato nelle strutture dove sono ospitati i gruppi più numerosi. Secondo il ministero della Salute maltese, sono 9 i focolai registrati in altrettante scuole di lingua inglese. Per questo La Valletta ha disposto la chiusura delle scuole di lingua, che hanno protestato definendo la misura "ingiustificata" e "sproporzionata". Per evitare il diffondersi dei nuovi contagi, che nelle ultime 24 ore sono stati 109 (il dato più alto da fine marzo), l’isola dal 14 luglio ha anche chiuso l’ingresso ai viaggiatori non vaccinati.

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