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Il dramma familiare di Selvaggia Lucarelli, perché non bisogna condannare i genitori di Nicola Tanturli

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Selvaggia Lucarelli è stata tra le prime a criticare quanti, sui social e non solo, hanno accusato i genitori di Nicola Tanturli, il bambino di 21 mesi scomparso dalla sua casa nell'alto Mugello e poi ritrovato dopo due giorni di ricerche, di avere sicuramente delle responsabilità in quella che sarebbe potuta essere una tragedia. In un articolo pubblicato su Tpi la giornalista e influencer ha riportato un fatto drammatico relativo alla sua famiglia e lo ha messo in parallelo con la vicenda del piccolo Nicola. 

 

"Qualche giorno fa sono andata a trovare i miei genitori e mio padre, dopo cinque minuti di chiacchiere sul Covid e su come va il mondo, mi ha detto che la storia di Nicola, il bambino che se ne è andato in giro per i boschi del Mugello smarrendo la strada, l’ha molto colpito. Perché 'tutti voi, alla fine, siete dei miracolati”' ha detto. Per 'tutti voi”'intendeva me e due miei fratelli", racconta la Lucarelli. 

 

Ma c'era anche un altro fratello, Simone, più grande. "Era nato da poco, dormiva nel suo lettino in ostetricia. Secondo la ricostruzione dei miei genitori, un’infermiera uscì forse a fumarsi una sigaretta, lui ebbe un rigurgito. Morì soffocato. La distrazione, la leggerezza, l’irresponsabilità di un adulto che doveva badare a dei neonati sono costate la vita a un fratello che non ho mai conosciuto. Nonostante tutto, nonostante io e i miei fratelli, invece, si sia usciti da quell’ospedale in perfetta salute e la nostra incolumità da bambini sia dipesa soprattutto da mio padre e da mia madre, papà due giorni fa parlava di noi altri come dei 'miracolati'", è il racconto della giornalista. 

I genitori non possono mettere una cupola di protezione sui figli. "Il momento in cui ti volti un attimo e tuo figlio non è più accanto a te. Quello in cui vai a girare il sugo nella pentola e tuo figlio ha avuto il tempo per arrampicarsi da qualche parte. Quello in cui rispondi al telefono e tuo figlio sta infilando un soldatino nella presa. Quello in cui lasci giocare tuo figlio con altri bambini in una stanza bonificata che neppure il palco da cui parla Saviano e trovano modi incredibilmente creativi per farsi male. Quello in cui sei convinto che tuo figlio sia lì e invece se n’è andato".

 

"Di solito, sensazione di pre-morte a parte, non succede nulla. Qualcuno, purtroppo, è più sfortunato. Sì, perché la fortuna, quando si parla di figli e imprevedibilità, è un fattore fondamentale", commenta Lucarelli che racconta le volte in cui lei e il fratello  si sono "giocati dei jolly-vita piuttosto importanti" per imprudenza, ricerca del proibito, l'ingenuità dei bambini. "Il mio me lo sono giocata a 4 anni, quando trascinai una sedia dalla cucina al terrazzo del secondo piano dei casa nostra, la avvicinai al parapetto di cemento e ci salii sopra, per poi camminare su quel parapetto". Poi passa agli episodi con protagonista il suo, di figlio, cresciuto da sola, scene che molti genitori conoscono: il bambino che sparisce attirato da qualcosa, il panico che sale.  "Non so cosa convinca tanti genitori e tanti non genitori di non poter mai sbagliare con i propri figli, di avere sempre il controllo della situazione, di non conoscere inciampi e sbadataggine, ma una cosa è certa: chi non concede attenuanti agli altri, non le concede neppure a se stesso. E non deve essere una vita bellissima neppure per il bambino che si ritrova per genitore una madre o un padre per cui la fallibilità è un’onta", commenta. 

"Le polemiche sul piccolo Nicola e la presunta scelleratezza dei suoi genitori definiti 'hippy', 'fricchettoni', 'irresponsabili', 'criminali' da pancine e commentatori vari tra social ed editoriali mi ha colpita molto proprio perché parte da un assunto presuntuoso e illusorio, ovvero quello di avere sempre l’assoluto controllo sui figli", dice ancora la Lucarelli a chi spara sentenze. 

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