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Caos procure, Palamara: non mi lascio intimidire dalle dichiarazioni last minute

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"Leggendo i giornali di oggi, apprendo il contenuto di dichiarazioni accusatorie asseritamente rese da Fabrizio Centofanti nei miei confronti,  dichiarazioni che per legge la Procura di Perugia avrebbe dovuto trasmettere prima alla difesa e al giudice della udienza preliminare. Su questi fatti e vicende ho già chiarito la mia posizione nell’interrogatorio del 31 maggio del 2019 ai pubblici ministeri di Perugia. Non mi spaventa nessuna dichiarazione last minute - quasi ad orologeria per distrarre da fatti gravi perpetrati ai miei danni - peraltro avvenuta al di fuori della naturale sede che sarebbe stata l’udienza  preliminare. La battaglia per la verità anche sul trojan continua: mi difenderò sempre nel processo dimostrando di non aver mai compresso la mia funzione di magistrato e continuerò a battermi per affermare i principi di una giustizia giusta. Non mi lascio certo intimidire da manovre e operazioni “spintanee” che provano ad infangarmi al solo scopo di far calare il silenzio sulla mia vicenda. Non accadrà!" Lo dichiara in una nota Luca Palamara. 

Centofanti, tra l'altro, avrebbe detto: le fatture emesse dai ristoratori verso le mie società non sono tutte relative a pranzi organizzati nell’interesse di Palamara. Credo di aver corrisposto di media 7000/8000 euro annui a partire dal 2014 sino al febbraio 2018, ovvero sino al mio arresto, in relazione ai pranzi e alle cene che ho pagato in favore di Palamara. Fabrizio Centofanti ha reso dichiarazioni spontanee ai pm di Perugia il 9 giugno scorso. Il verbale di Centofanti, imputato per corruzione insieme a Palamara, è stato depositato agli atti nell’udienza preliminare. "Dopo il mio arresto - ha dichiarato l’imprenditore - gli ho mandato qualche presente per Natale. Ad esempio, quest’anno gli ho inviato una bottiglia di champagne".

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