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Acqua avvelenata nel Lazio: arsenico e fluoruro nel Viterbese, la commissione europea processa l'Italia

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Arsenico e fluoruro. L'acqua del Lazio avvelenata. Un problema almeno decennale, che oggi riemerge con forza dopo la decisione presa dall'Europa. La Commissione deferisce l’Italia alla Corte di giustizia poiché in alcune zone della Regione, nel Viterbese, i livelli di arsenico e fluoruro nell’acqua potabile hanno da tempo superato i parametri stabiliti nella direttiva sull’acqua potabile.

Le zone dove i livelli di arsenico sono ritenuti eccessivo sono: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. Ci sono poi, Fabrica di Roma e Bagnoregio, dove a essere superato è anche il livello di fluoruro.

 

«La Commissione Europea - viene spiegato - ha deciso di deferire l’Italia per mancato rispetto dei requisiti della Direttiva sull’acqua potabile (Direttiva 98/83/Ce). La direttiva impone agli Stati membri di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia sana e pulita. Richiede che l’acqua potabile sia esente da microrganismi e parassiti e da sostanze che potrebbero rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. Il Green Deal europeo pone per l’Ue un’ambizione a inquinamento zero. La piena attuazione delle norme sancite dalla legislazione dell’Ue è importante per proteggere efficacemente la salute umana e salvaguardare l’ambiente naturale. Questo superamento può danneggiare la salute umana, in particolare la salute dei bambini».

In particolare, «sei aree continuano a superare i livelli sicuri di arsenico nell’acqua potabile: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. Anche le zone di Bagnoregio e Fabrica di Roma hanno superato i livelli sicuri di fluoro. Sebbene la Commissione apprezzi che l’Italia abbia adottato misure per vietare o limitare l’approvvigionamento idrico nelle aree interessate e abbia informato i consumatori della situazione, sei zone di approvvigionamento idrico non sono ancora pienamente conformi alla direttiva». 

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