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Due indagati per Denise Pipitone: siamo alla svolta? Chi sono e che ruolo hanno avuto, bomba a Quarto Grado

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Due nomi iscritti sul registro degli indagati a 17 anni dai fatti. Siamo forse a una svolta nel caso della scomparsa di Denise Pipitone. L'annuncio arriva nella trasmissione di Gianluigi Nuzzi, Quarto Grado, in onda venerdì 21 maggio  su Rete4. Tornano infatti sotto inchiesta Anna Corona, ovvero l'ex moglie di Piero Pulizzi, padre della piccola probabilmente rapita a Mazara del Vallo. E Giuseppe Della Chiave, tirato in ballo tra gli altri da Battista Della Chiave, lo zio sordomuto che in tribunale non ha mai voluto confermare le accuse rese dopo la scomparsa di Denise, e oggi defunto. 

 

Ma per quale motivo sono indagati? Anna Corona e Giuseppe Della Chiave sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Marsala nell'ambito del nuovo fascicolo di indagine per mettere a fuoco eventuali depistaggi o fughe di notizie che avrebbero causato il mancato ritrovamento della figlia di Piera Maggio scomparsa da Mazara del Vallo l’11 settembre 2004. Inoltre, la Procura di Marsala farà rianalizzare alcune intercettazioni ambientali.

 

"Torna sotto inchiesta Anna Corona e anchce Giuseppe Della Chiave. Siamo a un bivio", commenta Nuzzi che durante la trasmissione dà un'altra notizia potenzialmente esplosiva. La procura siciliana, infatti, farà esaminare alcune intercettazioni ambientali, due gruppi in particolare che saranno sottoposti e riconoscimento delle voci rilevate e trascrizione dei contenuti. Alcune conversazioni carpite nel commissariato di Mazara subito dopo la scomparsa della piccola. E quelle raccolte dalla "cimice" installata dagli inquirenti sul motorino di Jessica Pulizzi

 

"Io a casa ce la portai... la bambina cadde" è una delle frasi carpite nel commissariato di Mazara che ora verranno analizzate con nuove tecnologie d'indagine non esistenti 17 anni fa. Non è detto, comunque, che nuovi elementi possano uscire fuori dall'esame degli audio. 

Intanto l'inchiesta siciliana è tornata sotto i riflettori. "Il telefono era spento, ma sull’utenza telefonica è arrivato lo stesso un messaggio. La Sim però, nel frattempo era stata tolta. Quindi il sistema non riusciva a consegnare il messaggio, che continuava a cercare la rete, anche se il telefono era spento. Per questo, durante la notte ci sono le celle agganciante...", ha detto Francesco Lombardo, l’ex maresciallo della Polizia giudiziaria di Marsala, che ha indagato sulla scomparsa di Denise Pipitone, intervenendo a ’Mattino Cinque'. Si parla delle celle telefoniche agganciate all’epoca della scomparsa, vicino al magazzino dove si pensava fosse tenuta in ostaggio la bambina. Il giallo della scheda come si spiega? Alla domanda sulla possibilità che Anna Corona avesse dato in uso il suo telefono a qualcun altro o che, eventualmente, questo altro si sia spostato, l’ex maresciallo ha aggiunto: "O un’altra persona o lei stessa ha messo la sua scheda su un altro cellulare". 

Ora per il presunto depistaggio che ci sono indagati, mentre chi era stato sotto processo per il rapimento di Denise è stato assolto. Ma la nuova indagine potrebbe faer emergere nuove evidenze, capaci di portare finalmente alla verità di un caso che appassiona e inquieta gli italiani da anni. 

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