televisione e potere

In Rai la bomba «Anni 20»: il servizio sull'assurdità dei diktat Ue su cibo e diritti

Luigi Frasca

Un servizio andato in onda in prima serata su Rai2 giovedì sera solleva un nuovo polverone su viale Mazzini. Nel mirino c'è «Anni 20», trasmissione condotta da Francesca Parisella, che nell'affrontare il via libera alla proposta della commissione Ue di utilizzare i vermi gialli della farina essiccati come nuovo alimento ha assunto toni decisamente antieuropeisti, criticando anche il Recovery Fund e il Ddl Zan. Una questione che da televisiva diventa immediatamente politica, con un fiume di reazioni indignate da area Dem e il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi che chiede che la commissione di vigilanza Rai si occupi del caso, mentre dalla direzione del Nazareno il segretario Enrico Letta interviene duro dicendo che «La Rai non può più continuare così. Quello che è successo a Rai2 è intollerabile, che sia usata l'azienda di servizio pubblico con una propaganda così becera, bieca, scorretta e falsa contro l'Europa è assolutamente intollerabile». E sollecita Draghi ad attuare «un cambiamento radicale, forte, importante. Vogliamo una discontinuità profonda» in vista del rinnovo dei vertici del servizio pubblico.

 

 

Al settimo piano di viale Mazzini intanto si susseguono le riunioni: si parla di un Fabrizio Salini furioso per il nuovo caso, a pochi giorni da quello di Fedez sul palco del Primo Maggio. Ma l'idea di avviare un'azione disciplinare, sfuggita in mattinata, e di prendere una posizione ufficiale sul servizio in questione tramonta dopo numerosi contatti tra l'amministratore delegato e i vertici di Rai2, mentre il Pd punta il dito e il centrodestra si schiera in difesa rivendicando la libertà e il pluralismo. Nella polemica entra anche il Ddl Zan. «Non solo sono state sostenute le tesi dell'antieuropeismo, ma sono state anche diffuse informazioni false sul tema dei diritti e della legge contro l'omofobia che potrebbe avere la sua seconda e definitiva lettura in Senato», dichiara la senatrice del Pd Monica Cirinnà. Interviene anche il deputato dem Alessandro Zan: «Un mix di fake news e disinformazione intollerabile per il servizio pubblico. Presenterò una interrogazione urgente nel merito: la Rai deve risponderne». E Rita Bodoni, membro del Cda in quota democratici, rincara la dose parlando di un servizio «sconcertante» che ha usato «l'autorevolezza del Servizio Pubblico per convogliare pezzetti di realtà stravolti e decontestualizzati, in alcuni passaggi derisori e distorti».

 

 

Dal centrodestra risponde Maurizio Gasparri, senatore di FI: «Porterò il tema in Commissione di Vigilanza e chiederò l'intervento dell'AgCom a tutela della libertà di pensiero, critica e satira. Il regime del pensiero unico non fa prigionieri», lamenta. Ancora più netta Giorgia Meloni: «Il Pd grida allo scandalo e invoca il bavaglio, a quanto pare - per la sinistra - il diritto di critica è un privilegio riservato solo a chi la pensa come loro - dice la leader FdI -. Vogliono trasformarci nella Corea del Nord e la cosa più grave è che i vertici della Rai, il servizio pubblico pagato con i soldi degli italiani, piuttosto che difendere il pluralismo fanno sapere di essere pronti alla censura. Questa è la loro libertà di pensiero». Dall'Europa arriva al direttore di Rai2, Ludovico Di Meo, una lettera a firma di Antonio Parenti, capo rappresentanza Commissione europea in Italia, e Carlo Corazza, capo ufficio del parlamento europeo in Italia in cui si esprime «rammarico» per un servizio le cui deduzioni si basano su elementi «falsi, tendenziosi o totalmente travisati». «Sappiamo che è difficile comunicare esattamente le dinamiche politiche europee a causa della complessità istituzionale, ma preoccupa gravemente l'analfabetismo europeo da parte del servizio pubblico e la mancanza di controllo sulle informazioni che vengono date al pubblico», si legge nella missiva.