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Delirio di Tomaso Montanari a Otto e mezzo: “Il consenso a Salvini? Anche Hitler…”. Dichiarazioni choc sulla Lega

Giorgia Peretti
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Matteo Salvini non manca all’appello di Otto e mezzo, seppur non in presenza il suo nome risuona negli studi di La 7, nella puntata di martedì 4 maggio. Ad accendere la polemica è la stessa padrona di casa, Lilli Gruber che pizzica sin da subito il suo ospite in collegamento, Tomaso Montanari. Lo storico dell’arte, noto per le sue posizioni avverse al leader della Lega, non si lascia sfuggire l’assist. “Abbiamo sentito da Enrico Letta che il 'metodo Salvini' non incide nel governo. Sarebbe lo stesso governo a dare una legittimazione democratica. Ma Salvini non ha bisogno della legittimazione di Mario Draghi, visto che ha già quella dei cittadini” – solletica la Gruber. La risposta di Montanari non si fa attendere: “Anche Hitler aveva consenso, la Lega al governo è un pericolo” poi continua “Il progetto della Lega non è compatibile con la nostra Costituzione". Per lo storico d’arte le idee di Salvini non sarebbero in linea, dunque, con i valori della carta costituzionale. Così inizia con l’elenco delle dichiarazioni del leader della Lega: dall'immigrazione a quelli che lui definisce "i pieni poteri”: “Se si va al governo non salviamo i naufraghi in mare, sequestriamo i migranti sulle navi… tutte queste cose sono incompatibili con la nostra costituzione. La legittimazione democratica non è data solo dal consenso, Hitler è andato al governo avendo il consenso, così come molti altri partiti che hanno perpetrato gli orrori del ‘900.” 

 

 

Contrario anche sul tema delle riaperture avvenute lo scorso 26 aprile, promosse dalla Lega: “Che non impatti sul governo poi è tutto da vedere, io credo che le riaperture siano state una decisione in gran parte imposta e poi rivendicata pubblicamente dalla Lega, io continuo a credere che sia stata una decisione sbagliata. Anche se spero di avere torto, naturalmente.” Insomma, niente di nuovo da Montanari che nelle scorse puntate di Otto e mezzo si era scagliato contro la Lega così: “Salvini dice il 26 aprile come la Liberazione? Il paragone non è appropriato, Salvini ha qualche problema con la Liberazione e troppe contiguità col fascismo. La Liberazione fu definitiva, questa temo di no. Se dovessimo chiudere ad agosto i danni sarebbero gravissimi non solo in termini di vite, ma anche economici. Illusorio continuare con questi stop and go, a me pare un cedimento politico. Per salvare il governo hanno accontentato la Lega con un calcolo sbagliato"

 

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